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62 | emilio salgari |
– Zitto ora, Alvaez; parleremo di ciò più tardi. I feriti devono riposare.
– E l’incrociatore?... Non odo più... il cannone.
– Non so nulla, ma mi pare che la Guadiana fugga, poichè rolla e beccheggia.
– Abbiamo... vinto?...
Un hurrà formidabile echeggiò in quell’istante sul ponte, mentre in lontananza si udiva come una sorda detonazione, seguita da urla di rabbia.
Il dottore si precipitò verso il sabordo, che s’apriva sulla poppa della nave e guardò fuori. A seicento passi vide l’incrociatore quasi interamente sommerso, che ondeggiava come se fosse preso da un formidabile gorgo, mentre all’intorno s’allontanavano rapidamente parecchie imbarcazioni, cariche di persone al punto di quasi affondare.
– Cosa vedi, Esteban? – chiese Alvaez, tentando di sollevarsi sui gomiti.
– L’incrociatore che affonda – rispose il dottore.
– Si sono salvati gli uomini... che lo montavano?...
– Sì, vedo delle scialuppe cariche di marinai e di soldati.
– Meglio così... io non sono... feroce come... loro... che si lascino raggiungere la costa... africana... tranquilli.
Ricadde spossato sul guanciale, emettendo un gemito. Ad un tratto però si rialzò, impallidì, poi arrossì bruscamente, come se tutto il sangue gli affluisse al capo. I suoi occhi semispenti si rianimarono fissandosi sulla giovane schiava, la quale se ne stava accovacciata in un canto della cabina, col viso alterato, piangendo silenziosamente.
– Seghira... mia povera ragazza... – mormorò. – Tu... qui... mi fa piacere... sai... il vederti presso di me.
– Padrone – diss’ella alzandosi, mentre i suoi grandi occhioni vellutati mandavano un lampo di gioia sconfinata.
– Vieni... qui... presso di me... povera ragazza... tu sola piangi... per me... tu ed Esteban... gli altri mi vedrebbero...
Non finì, un amaro sorriso increspò le sue labbra, impallidì, le forze lo abbandonarono repentinamente e ricadde svenuto.
– Morto! – esclamò Seghira, scattando come una leonessa ferita. – Morto!...
– No – disse Esteban, dopo un rapido esame. – Ha voluto parlare troppo ed è tornato a svenire, ma sarà cosa da poco.
– Lo salverete, dottore?
– Lo spero, Seghira.