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i drammi della schiavitù | 53 |
chè si udirono alzarsi, fra l’equipaggio nemico, urla di furore e di dolore e qualche vela cadde, assieme a parecchi uomini che si tenevano celati sulle coffe.
La nave da guerra però non si arrestò. Spiegò rapidamente i suoi scopamari ed i suoi coltellacci per accelerare la corsa e si lanciò lungo il grande banco, accennando ad attraversarlo per ricacciare la Guadiana entro la baia ed impedirle di fuggire lungo la costa, come supponeva avesse intenzione di fare il capitano negriero.
Pel momento pareva che avesse rinunciato a servirsi delle sue artiglierie, non potendo ancora presentare i suoi fianchi e non possedendo in coperta pezzi tali da competere con quelli della nave negriera, ma concentrava tutta la sua attenzione ad impedire la fuga. Era già giunta a soli ottocento passi dalla Guadiana, che procedeva cautamente per non urtare nel banco e scoprire il canale, quando al largo si vide un razzo ad inalzarsi.
– Bisogna affrettarsi, – disse Alvaez a Kardec. – Temo che quel secondo avversario stia per giungerci addosso. Hurtado!...
– Capitano!...
– Attenzione!...
– Siamo al passo?
– A quindici braccia!...
– Tengo la barra. Attenti a virare!...
La Guadiana era giunta al passo. Al comando del mastro, gli uomini della manovra bracciarono rapidamente le vele e la nave, virando di bordo quasi sul posto, si slanciò verso il grande banco.
– Fuoco di bordata! – urlò Alvaez.
La batteria di tribordo, che aveva dinanzi a sè l’incrociatore, s’infiammò ruggendo con tale fracasso, da far tremare il ponte della nave, mentre i tiragliatori scaricavano le loro carabine.
L’incrociatore, colpito in pieno da quell’uragano di ferro e di piombo, s’arrestò come se fosse stato colpito a morte. I travi superiori dell’albero di trinchetto, spezzati a varie altezze, rovinarono sul ponte seco trascinando parecchie vele, mentre gran parte delle sue murate, sventrate, precipitavano in mare, ma riprese subito la caccia e s’avventò sopra il banco, credendo che l’acqua fosse tanto alta da permettere il passaggio.
D’improvviso s’udì uno schianto formidabile, come se la sua carena si fosse sventrata su delle rocce acute e lo si vide arrestarsi bruscamente e quindi rovesciarsi sul babordo.
Un hurrà immenso si alzò fra l’equipaggio della nave negriera, che ormai si vedeva sbarazzato di uno dei due avversari. L’in-