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i drammi della schiavitù | 43 |
VI.
La caccia ai negrieri
La Guadiana del capitano Alvaez, era una delle più veloci, delle più belle e forse delle meglio armate navi mercantili, che in quel tempo solcassero le onde dell’Oceano Atlantico. Nel mondo dei negrieri si diceva che teneva il primato fra quella strana flottiglia, che esercitava il traffico di carne umana e forse avevano ragione, poichè mai sulle coste africane se ne era veduta una uguale.
Costruita tre anni prima sui celebri cantieri di Glasgow, su disegni dello stesso capitano Alvaez e senza risparmio di spese, stazzava il triplo delle navi che esercitavano la tratta. Infatti la sua portata toccava le milleduecento tonnellate e il suo proprietario le aveva dato tale sviluppo da potere, nel caso, caricare nel frapponte perfino ottocento negri, senza ammassarli gli uni addosso agli altri e soffocarli entro uno spazio troppo limitato. In tal modo aveva il doppio vantaggio di sbarcare nei porti americani i suoi negri in ottime condizioni di salute e di evitare le malattie, che quasi sempre si sviluppano nei frapponti delle navi negriere in causa della agglomerazione eccessiva di persone che in fatto di pulizia lasciano molto a desiderare, entro uno spazio che è quasi privo d’aria.
Oltre a ciò, il capitano Alvaez, che non voleva farsi appiccare come suo padre, preso dagli incrociatori presso le coste d’Africa, aveva fatto dare alla sua nave tale velatura, da poter raggiungere una rapidità insolita. Anche con vento debole, egli era certo di avere una supremazia sulle navi che incrociavano lungo il litorale per impedire la tratta ed a vento favorevole aveva più volte toccato i dieci e perfino gli undici nodi all’ora, velocità ragguardevole e che ben pochi velieri, anche ai nostri giorni, riescono a raggiungere malgrado i grandi progressi della marineria.
Ma se aveva curato le comodità e la velocità, non aveva nemmeno trascurato l’armamento della sua nave, la quale poteva misurarsi, senza tema di venire sconfitta, con le navi nemiche. Oltre averla dotata di un’armeria a nessun’altra seconda, l’aveva munita di formidabili artiglierie. Bastava che una nave si mostrasse