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24 emilio salgari


— Ma gli schiavi sono in rialzo, le spedizioni diventano pericolose, fruttano poco e...

— Ti conosco, vecchia pelle. Non cominciare con delle storie rancide, od io sciolgo le vele e vado a caricare sulle rive del Congo o della Coanza, dove vi è abbondanza di schiavi.

— Ti farai prendere dagli incrociatori.

— Questo è affare mio. Orsù, andiamo al pombo.

— Non ho il mio pombeiro.

— Farò senza il tuo grande mediatore. Fra noi ci intenderemo meglio e più presto.

— Ma tu sai che occorre del tempo per un così grosso affare.

— Basta, Bango. Ti ho detto che due incrociatori mi aspettano fuori della baia ed io non ho voglia di farmi catturare pei tuoi begli occhi da coccodrillo.

Il negro, che cercava di stancare la pazienza del capitano per imporgli più tardi delle condizioni gravose, vedendo che non vi era modo di spuntarla, si rassegnò a condurlo nel pombo il quale non è altro che un grande cortile dove si concludono le compere e le vendite.

Seguìto dai suoi maghi o gangas e dai principali dignitari, condusse il capitano ed i suoi uomini nell’interno di un grande baracon, dove aveva già fatto trasportare il suo trono, consistente in un seggiolone sgangherato e sormontato da una testa di coccodrillo, emblema della sua tribù.

Il capitano fece distribuire le bottiglie, che i marinai avevano portate, contenenti del tafià di qualità superiore e del rhum più forte, preliminare questo, che i negri osservano scrupolosamente. Senza quella prima bevuta, sarebbe stato fiato sprecato, poichè i negri trattano i loro affari colla bottiglia alla mano a loro svantaggio però, perchè i negrieri approfittano della loro ubriachezza per ingannarli all’ultimo momento.

Ordinariamente le trattative, per l’acquisto degli schiavi richiedono delle lunghe ed animatissime discussioni, che terminano sempre con delle colossali bevute, ma senza venire ad una conclusione. I negri, grandi chiacchieroni, non valutano il tempo; che un affare si concluda oggi o fra una settimana, poco a loro cale, tanto più quando sanno che il compratore paga da bere.

Cominciano col chiedere sempre il doppio o il triplo del valore dello schiavo o della merce, poi a poco a poco ribassano il prezzo, ma continuano a suscitare ostacoli, finchè vedono che il compratore ha esaurita tutta la sua pazienza e soprattutto la provvista di tafià.