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i drammi della schiavitù | 19 |
guito per catturarlo e impiccarlo come avevano appiccato dodici anni prima suo padre, sorpreso alla foce della Coanza da due navi da guerra inglesi, lo si cercava accanitamente dappertutto, ma egli era tale uomo da ridersi di quei potenti nemici.
Aveva già compiuto oltre trenta viaggi dalle coste d’Africa a quelle del Brasile, con carichi di negri, guadagnando milioni, ma non si era ancora ritirato. Quella vita piena di pericoli e di grandi emozioni, esercitava su di lui un fascino strano e non si era mai deciso a dare un addio definitivo a quell’oceano irto di tanti pericoli per lui ed a vendere la sua Guadiana, che amava come fosse carne delle sue membra.
Vedendosi dinanzi mastro Hurtado col viso sconvolto, gli occhi irrequieti, indovinò subito che qualche cosa di grave doveva essere accaduto, per scombussolare quel gigante, che sapeva non essere facile a commuoversi.
— Mi rechi qualche brutta nuova, Hurtado? — gli chiese avvicinandolo.
— Sì, capitano, e molto grave — rispose il mastro.
— Suppongo che non sarà scoppiato il fuoco a bordo — disse Alvaez, sorridendo.
— Eh caramba!... Preferirei un incendio a quello che sta per accadere.
— Parla, adunque.
— Stiamo per essere bloccati, capitano.
— Da chi?... — chiese Alvaez, corrugando la fronte.
— Dagli incrociatori.
— Ah!... Sono giunti?...
— Sì, capitano.
— Quanti sono? — chiese il negriero con voce perfettamente tranquilla.
— Due, se non m’inganno.
— Sei certo?
— Ho veduto due razzi alzarsi al largo.
— L’hanno adunque proprio con me?... Non basta la vita di mio padre per quelle canaglie?... Ma bah!... La pelle del figlio è molto dura e la corda che deve appiccarmi non l’hanno ancora tessuta, Hurtado.
Stette alcuni istanti silenzioso, come se pensasse a qualche cosa, poi riprese:
— Credi che entreranno nella baia?...
— Vi sono troppi banchi, capitano, per avventurarsi fra i due promontorî. Ci aspetteranno al largo.