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i drammi della schiavitù | 187 |
dagli indigeni ibolai, le quali, sebbene siano quasi invisibili, hanno un pungiglione così acuto che attraversa perfino le vesti delle persone, producendo una puntura che somiglia a quella d’uno spillo arroventato e cacciato nelle carni. Sono numerose nei boschi della Guinea, e scompariscono dopo le dieci del mattino per tornare a farsi vedere dopo le quindici. Fortunatamente le loro punture, se sono dolorose, sono però di breve durata.
Niombo, che apriva sempre la marcia, procedeva con infinite precauzioni, e prima di inoltrarsi sotto i fitti cespugli che intercettavano la luce del sole, esaminava attentamente i rami e la terra, come se temesse ad ogni istante qualche pericolo. Sovente si arrestava, pareva che cercasse una traccia a lui solo conosciuta ed ascoltava parecchi minuti con profondo silenzio.
– Si direbbe che non è sicuro della via – osservò Vasco, che si era unito al dottore.
– Sono certo del contrario – disse questi. – I negri non si smarriscono nelle loro selve e sanno dirigersi senza l’aiuto della bussola.
– Teme qualche pericolo?
– I boschi dell’Africa nascondono molti pericoli, Vasco. Non vedi come Niombo esamina il terreno, prima di penetrarvi?
– Lo vedo, dottore.
– Guarda di non calpestare qualche serpente che può tenersi nascosto fra le foglie secche.
– Ciò si comprende, ma lo vedo pure esaminare attentamente i rami, prima di allontanarli.
– Cerca di evitare le terribili elovas.
– Cosa sono?
– Delle vespe.
– Eh via! Hanno tanto paura delle vespe, i negri?
– Sì, ed anch’io temo quelle che si celano in questi boschi.
– Sono differenti dalle nostre?
– Soltanto un po’ più lunghe, ma se tu urti casualmente il ramo che sostiene il loro nido, ti piombano addosso con furore senza pari e le loro punture sono così atroci, che per tre giorni ti fanno soffrire come un dannato. Se non vi è un fiume vicino, l’uomo assalito da uno sciame di quelle vespe è condannato a morire, poichè la sola acqua può salvarlo.
In quell’istante Niombo, che da qualche istante dava dei segni d’inquietudine, s’arrestò ad un tratto, facendo segno all’equipaggio di non fiatare.