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i drammi della schiavitù 181


La zattera, sotto quelle spinte irresistibili, si avanzava a balzelloni, fendendo rumorosamente le acque dell’Oceano che una calma ostinata manteneva perfettamente immobili. Tutti, quantunque sfiniti dai lunghi digiuni, remavano con una specie di rabbia e tendevano i muscoli a tal segno, che la pelle pareva dovesse ad ogni istante scoppiare.

La costa si delineava sempre più chiaramente: era bassa assai, e per questo non era stata scorta la sera innanzi. Pareva che descrivesse una curva assai pronunciata, come se formasse nel suo centro una vasta baia, aperta ai venti dell’ovest.

Si cominciavano già a distinguere anche gli alberi, che la coprivano e Kardec, che fissava avidamente quella terra, asseriva che quelle piante erano manghi.

Su quale punto della costa africana stavano per approdare i superstiti della Guadiana? Nella Guinea inferiore di certo, poichè avevano navigato costantemente verso l’oriente, ma sulle spiagge di quale regione? Su quella di Loango, del Congo, dell’Angola o della Benguela? Forse Vasco, che aveva seguita e rilevata attentamente la rotta della zattera, aveva qualche probabilità di saperlo, ma si guardava bene dal dirlo agli altri, e soli il dottore, Seghira e Niombo avevano appreso qualche cosa.

Del resto nè Kardec, nè l’equipaggio si preoccupavano di ciò. A loro bastava di toccare quella terra, sulla quale potevano trovare acqua in abbondanza, frutta in quantità e della selvaggina. Non ignoravano però che nella Guinea le stazioni portoghesi sono abbastanza numerose e pensavano che in un modo o l’altro, qualcuna l’avrebbero presto o tardi trovata.

A mezzodì la spiaggia era lontana poche centinaia di metri. Era una terra capricciosamente frastagliata, paludosa a giudicarla dai paletuvieri che si scorgevano, disabitata e coperta da grandi alberi strettamente uniti, e fra i quali si distinguevano dei banani selvatici, dei manghi d’aspetto maestoso raggiungenti sovente cinquanta piedi d’altezza e dei baobab, piante colossali e di cui una sola basta per formare una foresta.

– Un ultimo colpo, ragazzi! – gridò Kardec.

I marinai, quantunque fossero sfiniti ed inzuppati di sudore, si misero ad arrancare con novella lena ed un quarto d’ora dopo la zattera si arenava su di un banco di sabbia, a sole dieci braccia dalla costa.

Kardec e Vasco s’armarono dei fucili e sbarcarono seguiti da Seghira, dal dottore, da Niombo e da tutto l’equipaggio, che gettava grida di trionfo.