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i drammi della schiavitù | 175 |
– Tu non lo permetterai, Seghira: basta uno.
– Farò il possibile per salvarli, ma forse si pentiranno di non essere stati uccisi.
– Per quale motivo?...
– Credete voi, dottore, che Niombo accorderà a loro la libertà?... A loro, che poco fa volevano uccidermi?... Ditemi: fila sempre verso l’est la zattera?
– Sempre, Seghira.
– Spera Vasco di approdare alla baia?
– In quei dintorni. È un abile marinaio e non s’ingannerà.
– Ah! Se si potessero avvertire i compatrioti di Niombo del suo prossimo arrivo!
– Saprà ritrovarli ugualmente.
– Di questo ne sono certa, dottore.
– Lo riconosceranno ancora per loro capo?
– So che godeva una popolarità immensa.
– Ma avrà forse un rivale da rovesciare, giacchè in questo frattempo avranno nominato un altro capo.
– Nessuno oserà contrastare il potere a Niombo. Egli è troppo forte e troppo terribile, per non tremare dinanzi a lui.
– E di me, e di Vasco, cosa farà?
– Siete suoi amici e non avrete a dolervi di lui.
– Grazie, Seghira.
– Di che, dottore? – disse una voce dietro di loro.
– Ah! Siete voi, signor Kardec? – chiese il dottore, trasalendo.
– Sì, signor Esteban.
– Ci ascoltavate forse?
– No, ho udito che ringraziavate Seghira e mi hanno sorpreso le vostre parole. Credo che sia Seghira, che vi debba ringraziare.
– Bah!... Poco ho fatto per lei.
– L’avete difesa, dottore.
– Assieme a voi.
– Io vi ringrazio di avermela serbata.
– Serbata?... Vi appartiene questa donna?
– Sì, signor Esteban. Sarà mia sposa e la farò felice.
– Ecco una cosa che ignoravo, signor Kardec. To'! Si pensa all’amore su questa zattera, fra gli orrori della fame... La scelta non è stata cattiva, tenente: prima Alvaez ed ora voi!...
– Tacete – rispose il bretone impallidendo. – Sempre quel nome sulle vostre labbra!...