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156 Emilio Salgari


– Quale pericolo la minaccia? – gli chiese, con voce rotta.

– Il più terribile di tutti, dottore. Ieri sera, i ribelli hanno deciso di ucciderla per la prima.

– Di ucciderla?... Cosa dite voi?... Per qual motivo?

– La fame sta per piombare sulla zattera e Seghira può essere un buon boccone, per quei furfanti.

– Ma di quali ribelli parlate, signor Kardec?

– Dei compagni di Ovando.

– Dunque voi non avete più partigiani, più amici devoti?

– Cinque soli uomini, i miei compatrioti; tutti gli altri mi hanno abbandonato e non vogliono che vi siano più comandanti sulla zattera.

– Infami!... E voi avete fatto sparire i viveri?

– Sparire?... No, signor Esteban, sono nascosti in un luogo sicuro e li serberò per mantenere in forza i miei soli amici, perchè difendano Seghira. Accettate di essere mio amico? Voi avete ancora dell’influenza su quei miserabili ribelli.

– Ma io divento complice di un ladro.

– Eh via, dottore!... Lasciate queste sottigliezze!... Se non avessi fatto sparire i viveri, domani o posdomani saremmo rimasti egualmente senza. Orsù, spicciatevi: accettate o rifiutate?

– Accetto di essere vostro amico, non per voi, ma per difendere Seghira; i viveri però teneteveli. Dio mi darà la forza di resistere.

– Come vi piace, – disse il bretone con un sorriso sardonico.

– Una parola ancora.

– Dite.

– Vi è un altro amico da contare.

– Chi è?

– Vasco.

– Avrà la sua parte.

Si separarono: il bretone si recò a poppa dove lo aspettavano i suoi compatrioti che stavano radunati presso il timone ed il dottore si assise a prua, presso la tenda di Seghira.

Intanto la zattera, spinta da una leggerissima brezza, navigava lentamente verso l’est, ondeggiando pesantemente sugli ultimi cavalloni sollevati dall’uragano. Attorno nuotava sempre la torma dei pescicani, che si era accresciuta assai. Si vedevano quei mostri giocherellare nella scia della zattera, mostrando ora il loro capo appiattito ed il loro muso arrotondato sotto il quale si aprivano delle bocche enormi, delle vere voragini irte di lunghi denti triangolari e movibili, o mostrando i loro fianchi bianco-