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i drammi della schiavitù 149


Tre volte Vasco e Kardec, che si tenevano al timone, cercando di mantenere la zattera sul filo del vento, corsero il pericolo di venire travolti nell’Oceano.

A mezzanotte, l’uragano parve che toccasse la massima intensità. Il vento fischiava tremendamente minacciando di atterrare l’albero e di far scoppiare la vela, e le onde salivano sul ponte con tale rabbia da spezzare le funi e da sollevare le casse ed i barili. Vi erano certi momenti che tanta e tanta era l’acqua, che i naufraghi non sapevano se la zattera galleggiasse ancora o se si fosse sfasciata.

All’una una cassa, scaraventata contro l’albero da un colpo di mare, si sfasciò. Fu una perdita terribile, poichè i cinquanta chilogrammi di biscotti che conteneva, in un momento furono spazzati via dai cavalloni. Ed era l’ultima che rimaneva a bordo!...

Più tardi, il barile del porco salato fu pure strappato dall’albero e rotolato verso prua. Un marinaio si slanciò per trattenerlo, ma un’altra onda li spinse entrambi nell’Oceano. Fu un lampo: una testa mostruosa subito emerse, una bocca enorme si schiuse ed i marinai atterriti ed impotenti, videro sparire il disgraziato fra una selva di denti bianchi e triangolari!... Un cerchio di sangue galleggiò per un istante fra due onde, poi più nulla. Il pescecane aveva avuto la sua preda!...

Durante tutta la notte l’uragano imperversò, mettendo a dura prova i naufraghi della Guadiana, ma verso l’alba il vento mancò quasi improvvisamente come se volesse lasciare il campo al sole, che s’alzava rapidamente sull’orizzonte. Mancando quella potente spinta, anche le onde scemarono di violenza ed invasero con minor frequenza il ponte della zattera.

Ormai non vi era più nulla da temere. Di lì a poco l’Oceano doveva ritornare tranquillo come prima e forse per lungo tempo, essendo alquanto rari gli uragani in quelle regioni. La zattera, quantunque costruita frettolosamente, aveva resistito a meraviglia contro gli assalti delle onde e nemmeno l’albero aveva ceduto dinanzi ai soffi poderosi del vento, ma quale disgrazia stava per piombare sull’equipaggio!... Se l’acqua abbondava e non vi era più pericolo di morire di sete, un altro nemico e non meno terribile stava per sorprenderli: la fame!... Gli ultimi colpi di mare, fracassando le casse, avevano disperso parte dei viveri e Kardec diede all’equipaggio il triste annuncio che a bordo non rimanevano che poche scatole di conserve alimentari, un po’ di pesce secco e venti o trenta libbre di biscotti, tanto da poter vivere tre giorni, riducendo le razioni ai minimi termini.

– Bah! – disse un