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140 emilio salgari


– Cosa sono quei fiori? – chiese Seghira, il cui stupore cresceva. – Forse quelli dell’Oceano?

– Sono anemoni – disse il dottore. – Dei molluschi che hanno abbandonato il fondo dell’Oceano e che emigrano lasciandosi trasportare dalla marea e cullare dalle onde.

– Una vera zuppa pei pescicani – disse Vasco.

– Ma si direbbero fiori, dottore.

– Infatti, ne hanno la forma ed anche i colori, ma se tu osservassi meglio quegli animali-piante, vedresti invece che sono formati da un semplice sacco trasparente, munito all’estremità inferiore di una specie di coda per appiccicarsi alle rocce del fondo dell’Oceano e all’estremità superiore di una corona di tentacoli che ripiegati o distesi in varie guise, dà a loro l’apparenza di garofani viventi, di rose, di margherite, di crisantemi ecc. Comunque sia, essi sono i più belli ed i più curiosi fiori dei giardini del mare.

– E non si possono prendere?

– Fra le onde li vedi così splendidi; se li raccogli, perdono le loro superbe tinte e non ti rimane in mano che una borsa appiattita, uno straccio di carne gelatinosa. Quei molluschi sono le sensitive del mare; toccati si chiudono, perdono la forma ed il colore.

– Ma perchè lasciano il fondo dell’Oceano? – chiese Vasco.

– Per cambiare luogo e trovare un posto più ricco di prede.

– Ma sono divoratori quei molluschi?

– Sono di una voracità spaventevole, Vasco. La loro esistenza si riassume in una sola parola: divorare. Il loro corpo è sempre in moto per inghiottire e tutto sparisce in quel sacco.

«Osservali bene: vedi tu fra i tentacoli che formano la corona, quei fiori sfolgoranti di luce? Ebbene è là che si apre una gran bocca, la quale tutto inghiotte, siano prede vive o morte, non importa.

– Ma di quali mezzi dispongono per vincere i pesci che son meglio armati e più veloci?

– Gli anemoni affrontano i granchi muniti di robuste tenaglie e li vincono. Fissati alle rocce del fondo, immobili come una pianta, splendidi come un mazzo di fiori dai mille colori, aspettano pazientemente che le prede vadano a passeggiare in mezzo ai loro giardini. Ad un tratto quei fiori si agitano, i tentacoli si distendono avidamente, afferrano gli imprudenti attirati da quegli splendori fatali e li fulminano con un potente veleno.

«Il fiore si apre e le prede, soffocate ed avvelenate da quei