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i drammi della schiavitù 135


che fu subito bevuta, ma che fu insufficiente a spegnere l’arsura prodotta da quel caldo veramente insopportabile.

Con la scomparsa del sole si era alzata una leggera brezza, la quale soffiava dal nord-ovest, rinfrescando l’aria. La zattera, che era rimasta immobile quasi tutto il giorno fra quell’atmosfera ardente e soffocante, si mise a filare verso sud-est, stringendo il vento più che poteva, allontanandosi dalla Costa d’Oro, ma avvicinandosi alle coste della Guinea inferiore, con gran piacere di Vasco, che si era collocato alla barra, orientandosi con la sua piccola bussola che aveva deposta dinanzi a sè, su di una cassa, coprendola con la propria giacca.

I marinai, dispersi sul ponte, aspiravano con delizia quel po’ di frescura e chiacchieravano fumando gli ultimi pacchi di tabacco, salvati miracolosamente dal naufragio. Anche Seghira aveva lasciata la sua tenda e si era seduta a prua, a fianco del dottore il quale contemplava tacitamente l’astro notturno che allora sorgeva sull’orizzonte, riflettendosi vagamente nei flutti che pareva si cospargessero di pagliuzze d’argento.

Kardec, seduto a poca distanza da loro, su di una cassa vuota, fumava in silenzio, ma i suoi occhi non si staccavano un solo momento da Seghira e aguzzava gli orecchi per sorprendere qualche parola, ma senza risultato poichè nè la giovane e bella schiava, nè il dottore, parlavano e parevano entrambi immersi in profondi pensieri. Ad un tratto Seghira si scosse, dicendo:

– Guardate, dottore!...

Esteban, strappato bruscamente dalle sue meditazioni, alzò il capo e guardò nella direzione indicata.

Dinanzi alla prua della zattera, fra le acque si vedevano correre degli strani bagliori come se dal fondo del mare salissero dei filamenti di fuoco, i quali si contorcevano, si spezzavano fra la spuma prodotta dall’urto delle onde, si riunivano e formavano delle corone, delle serpentine, degli ellissi, degli angoli che crescevano di minuto in minuto.

– Del fuoco? – chiese Seghira.

– No, una fosforescenza – rispose il dottore. – È un fenomeno che si ammira sovente sotto i mari equatoriali.

I filamenti crescevano rendendo sempre più luminose le onde. Strani bagliori guizzavano in tutte le direzioni; e si formavano dei grandi gruppi di punti luminosi, che parevano gruppi di stelle, poi delle grandi strisce che apparivano e scomparivano con dei bagliori simili a quelli che produce il fosforo strisciato durante una notte oscura; poi delle larghe chiazze che parevano formate