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10 | emilio salgari |
poterono trovare, formando tre mucchi lontano l’un dall’altro una quindicina di passi.
Il mastro, dopo d’aver lanciato uno sguardo sospettoso sull’orizzonte occidentale, come se da quella parte temesse la comparsa dell’incrociatore, accese l’acciarino e diede fuoco alle tre cataste.
Le fiamme guizzarono attraverso il fumo crepitando, tingendo di una luce sanguigna le rocce circostanti. Il mastro, che aveva tratto da una tasca un vecchio orologio di dimensioni gigantesche, contò cinque minuti, poi s’affrettò a far spegnere quei fuochi che se servivano di segnale ai costieri di Bango, potevano anche attirare l’attenzione di qualche importuno curioso, navigante al largo della baia.
I marinai, che si erano celati dietro alle rocce, tenevano gli occhi fissi sulla grande capanna che si scorgeva confusamente fra i grandi alberi che coprivano la costa. Parevano tutti impazienti, ma assai inquieti e di quando in quando si guardavano alle spalle, come se temessero di venire sorpresi.
Ad un tratto si videro delle ombre accorrere sulla spiaggia che stava a loro dinanzi, poi si videro dei rapidi bagliori apparire e scomparire, quindi brillarono tre falò i quali arsero cinque minuti.
— Benissimo — mormorò il mastro. — I costieri ci aspettavano.
— Verranno i pombeiros? — chiese Vasco.
— Certamente: se non vengono, darò il segnale alla Guadiana. Le precauzioni non sono mai troppe in questi tempi e su queste coste.
— Eccoli! — mormorarono i marinai.
Una barca si era staccata dalla spiaggia e si dirigeva rapidamente verso la punta occupata dai marinai, avanzandosi con grande rapidità, quantunque fosse spinta da due soli remi. Manovrò abilmente e con grande sicurezza attraverso i numerosi banchi di sabbia che ingombravano la vasta baia di Lopez, sormontando agilmente le ondate e le contro-ondate della risacca e venne ad arenarsi ai piedi del promontorio.
— Chi vive? — gridò il mastro, puntando la carabina.
— Pombeiros di Bango — fu risposto.
— Avanti!...
Due negri di alta statura, vestiti con un semplice sottanino di tela rigata, ma carichi di braccialetti d’avorio e di rame, s’arram-