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116 emilio salgari


– Presto!... Presto!... – esclama con voce angosciata. – Salviamo il capitano!...

Si precipitarono giù dalla scaletta e balzarono attraverso al quadro che l’acqua ha già inondato e irrompono nella cabina gridando:

– Niombo!... Seghira!... Alvaez!...

Nessuno risponde a quelle tre chiamate. Esteban si avvicina al letto e manda un grido terribile.

Là, disteso sulle coperte macchiate di sangue, giace il capitano Alvaez con un pugnale piantato nel petto, cogli occhi smisuratamente sbarrati, i lineamenti contratti, le mani chiuse attorno a un brano di stoffa, forse strappata al suo assassino.

– Ucciso!... Assassinato!... – esclamò Esteban, scoppiando in singhiozzi. – Ah!... Miserabili!

Ad un tratto si precipitò verso il capitano e gli strappò dalle mani quel brano di stoffa. Era un pezzo di panno azzurro che pareva avesse appartenuto alla casacca d’un marinaio.

– Ma chi lo ha ucciso adunque?... – chiese strappandosi i capelli. – E Seghira... e Niombo?...

– Sono fuggiti di là, signore – disse Vasco indicandogli il sabordo le cui invetriate erano aperte. – Ma forse li troveremo e...

– Ah! No, Vasco! – esclamò il dottore. – Non sono loro gl’infami assassini!...

In quell’istante sul ponte si udirono i marinai correre verso poppa e le urla di trionfo dei negri.

– Presto, signore, fuggiamo! – esclamò Vasco. – I nostri uomini sono stati respinti e l’acqua invade la cabina!...

– Lasciami qui con Alvaez.

– No, signore, bisogna vivere per vendicarlo.

Stavano per abbandonare la cabina, quando dalla parte del sabordo si udì una voce a gridare:

– Eccomi, capitano!...

– Niombo! – esclamarono il dottore e Vasco.

Infatti il gigantesco negro si era issato sul sabordo e si era slanciato nell’interno della cabina. Era grondante d’acqua e stringeva fra i denti una lunga navaja spagnola.

– Dov’è il capitano? – chiese egli.

– Guardalo! – disse Esteban.

Lo schiavo abbassò gli sguardi sul lettuccio e indietreggiò vivamente, dardeggiando sul dottore e su Vasco uno sguardo feroce.

– Ucciso!... – esclamò. – L’avete ucciso!...