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i drammi della schiavitù | 111 |
– Eh, per cento botti di whisky! – esclamò un americano, alto quanto il mastro e massiccio come un ippopotamo. – Non vi lasceremo effettuare la minaccia, mastro!... Siamo trenta noi!...
– E d’altronde sarà troppo tardi per gettare in mare un’altra zattera – disse un francese. – L’acqua sta per invadere il frapponte.
– Ed io vi ripeto che il primo che cerca di scendere nella zattera, lo accoppo! – urlò il mastro, afferrando una scure. – Signor Kardec!...
Nessuno rispose alla chiamata: il secondo era scomparso.
– Dov’è il secondo? – chiese.
– Andatevelo a cercare – risposero i marinai. – Alla zattera!... Alla zattera!...
– A me Vasco!... A me portoghesi!... – gridò il mastro, vedendo i marinai farsi innanzi, per gettarsi sulla zattera.
Vasco ed alcuni uomini si slanciarono verso il mastro per soccorrerlo, ma gli altri, che la paura di affondare rendeva audaci e decisi a tutto, cavarono i coltelli urlando:
– Alla zattera!... Alla zattera!...
Già stavano per precipitarsi addosso al mastro e ai suoi compatrioti, quando nel frapponte s’udì rimbombare un clamore selvaggio, come un immenso ruggito.
– L’acqua invade il frapponte! – urlò una voce. – Andiamo a picco!
Mastro Hurtado impallidì.
– Salvate il capitano! – gridò. – Signor Esteban!
Il dottore uscì correndo dal quadro di poppa.
– Affondiamo? – chiese.
– Presto, signore, portate sul ponte il capitano! – gridò Vasco, correndogli incontro.
In quell’istante un torrente d’uomini irruppe dalla camera comune e si rovesciò con impeto irresistibile attraverso la tolda, tutto rovesciando e tutto travolgendo sul loro passaggio.
Un urlo immenso d’angoscia echeggiò sulla Guadiana.
– I negri!...
Poi in mezzo ai clamori selvaggi degli schiavi furiosi pel terrore e frementi di rabbia, si udì una voce a gridare:
– Hanno tagliato la parete!... I traditori ci hanno perduti!...