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8 | emilio salgari |
— Dunque la corda che ci deve appiccare...
— Non parlate di corda, Vasco; dicono che porta fortuna, ma io credo il contrario.
— Alt! — si udì mormorare a prua.
— Cosa succede? — chiese Hurtado, alzandosi.
— Siamo sul banco, mastro.
— Gettate l’ancorotto e prendiamo il bagno.
— Non giriamo la punta? — chiese Vasco.
— Non mi fido io: si fa presto a cadere in un agguato.
— È fatto, mastro — disse una voce a prua.
— Tiene l’ancorotto?
— Ha preso bene.
— In acqua, ragazzi, ma badate alle gambe o qualcuno tornerà a bordo zoppo. Voi sapete che i pescicani amano questi paraggi e che non sdegnano la pelle bianca, quando manca la nera.
Il gigante impugnò la scure che portava alla cintola e si calò in acqua immergendosi fino alle anche; i suoi compagni, dopo d’aver ritirati i remi, fecero altrettanto. La piccola truppa, nel più profondo silenzio, salì sul banco di sabbia contro il quale rompevansi gorgogliando le larghe ondate dell’Atlantico, e si diresse verso il capo Fetisci, le cui rocce nere spiccavano nettamente sull’acqua, illuminata dai pallidi raggi dell’astro notturno.
Giunti a venti passi, mastro Hurtado s’alzò quanto era lungo e gettò, su quell’accatastamento di rupi minate e sventrate dall’eterna azione dei marosi, un acuto sguardo.
— Nulla? — gli chiese Vasco, che gli stava dietro.
— O io sono cieco come una talpa, o il capo è deserto — mormorò il gigante.
Si volse indietro e guardò lungo la costa. Ad una grande distanza, scorse un punto nero, appena visibile, che spiccava su un tratto d’acqua illuminata.
— Benone — mormorò. — La Guadiana è là e vedrà il segnale. Avanti, ragazzi, e mano ai fucili.
Il drappello superò gli ultimi banchi che s’alzavano gradatamente, lottò contro la risacca che era violentissima e s’arrampicò sulle rocce del capo, raggiungendo la cima.
Giunti colà, i marinai gettarono un lungo sguardo sul versante opposto. Una vasta baia s’apriva fra il capo Fetisci e il capo Lopez, che si vedeva giganteggiare più oltre, spingendosi per lungo tratto sull’oceano.
Lo specchio d’acqua racchiuso fra i due capi era agitatissimo. Lunghe ondate vi s’ingolfavano con cupi muggiti, e si rompevano