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In quel momento il secondo, armato di due pistole, si avvicinò al capitano, togliendolo di mira.

Solilach trasse rapidamente una pistola e fece partire il colpo, ma la palla mal diretta si perdè altrove. Il secondo puntò le due pistole e con voce beffarda gridò:

— Guardati!

Tosto si udirono due detonazioni, seguìte da un grido di dolore. Il capitano, colpito da due palle al cuore, vacillò, poi cadde fulminato sul corpo del disgraziato ufficiale.

— Arrenditi, — gridarono alcuni al marinaio col superstite.

— No, — urlò Fuego furibondo.

— Muori adunque, — gridarono i ribelli, scagliandosi su di lui.

Fuego, addossatosi all’albero, per alcuni istanti si difese ferocemente e visto il secondo che armava una pistola, gli si scagliò addosso colla speranza di ucciderlo. Colpito nella schiena da due colpi di scure, cadde sulle ginocchia.

— Arrenditi, — gridarono i marinai furibondi.

— Viva il capitano! — gridò Fuego, e stramazzò al suolo esalando l’ultimo sospiro.

— Evviva il secondo! — gridarono i ribelli, slanciandosi a poppa, ove erano i barili di rhum...

Una torcia sola, impiantata presso l’albero di maestra, rischiarava i tre cadaveri.


Capitolo XII.

IL PIRATA


La notte era oscura e minacciosa; dense nubi nere coprivano il cielo, mentre dei lampi lividi e tremolanti brillavano sull’orizzonte. Nessun vento spirava, ma tutto indicava l’avvicinarsi di una procella.

Mentre i sordi muggiti dell’oceano, raddoppiavan l’orrore della notte, a bordo della Garonna regnava la più pazza allegria.

Una quarantina di torce, legate lungo i bastingaggi, rischiaravano la tolda del bark, mentre i marinai, seduti alla rinfusa attorno a una decina di barilotti di rhum e di arak, bevevano sfrenatamente, per festeggiare la vittoria e fors’anche per calmare i rimorsi del delitto commesso.

Nessuno più aveva osato avvicinarsi all’albero maestro, alla cui base giacevano ancora i cadaveri del disgraziato comandante e dei suoi due valorosi compagni. Perfino il secondo erasi rifugiato sul cassero e assieme a cinque o sei suoi compatrioti, beveva a garganella come se cercasse di stordirsi e di dimenticare l’accaduto.