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Li salutò con un cenno della mano e ritornò rapidamente nella sua cabina.

Quattro ore dopo, mentre il sole, già alto, cominciava a rendere le tavole della nave ardenti, il capitano comparve sul ponte. Diede una rapida occhiata alle vele, fece spiegare gli stragli, e andò a sedersi a prora, ove l’ufficiale lo aspettava.

— Quali nuove? — gli chiese Solilach con rabbia concentrata.

— Brutte, — rispose l’ufficiale.

— Cos’è accaduto?

— Guardate, — disse l’ufficiale volgendo altrove lo sguardo e con tono significante. — Guardate, l’equipaggio lancia verso di noi degli sguardi abbastanza minacciosi.

— Vedo, — rispose il negriero, con sorda rabbia.

Poi vedendo passare Bonga, gli fece un cenno di avvicinarsi.

— Cosa desiderate capitano? — chiese il negro.

— Se io ti dicessi afferrami pel collo il secondo e accoppalo, lo faresti tu? — chiese Solilach, con voce cupa.

— Se lo farei!... Osereste dubitare? — esclamò il negro con violenza selvaggia. — Sapete bene che io l’odio e che ho bisogno del suo sangue.

— Sta bene: sii pronto.

Il negro fece un cenno affermativo col capo, e se ne andò a lenti passi, mentre l’ufficiale faceva un gesto di stupore.

Quasi nel medesimo istante il secondo comparve sul ponte. Come il solito non guardò nemmeno il capitano e andò ad appoggiarsi alla murata di babordo. Tutti gli sguardi dell’equipaggio s’erano subito volti verso di lui, ma egli finse non accorgersi, e continuò a guardar distrattamente il mare. L’ufficiale però se n’era accorto.

— Signore, guardatevene, — disse a Solilach.

— Ho veduto, ma vivaddio voglio punirli tutti e trascinarli meco nella tomba, dovessi incendiare la mia nave e dare fuoco alle polveri.

— Disgraziatamente temo che vi siano pochi dalla nostra parte, — disse l’ufficiale.

— Bonga è un ercole, Banes un gigante, — disse il capitano.

— Prendete però delle misure, signore, e assicuratevi bene della sala d’armi. Non bisogna che i marinai s’impadroniscano dei fucili.

— Avete ragione, venite, — disse Solilach alzandosi.

L’ufficiale lo seguì e scesero, senza esser veduti, nella sala d’armi.

Il capitano entrò, afferrò un fucile e lo gettò fuor dallo sportello, facendo cenno all’ufficiale d’imitarlo. In meno di mezz’ora i settanta fucili che componevano l’armamento di bordo, fu-