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6 e. salgari


— Quanti schiavi occorrono ai piantatori di Cuba?

— Cinquecento almeno.

— Uhm!... Dubito che Pembo li possegga, — disse il luogotenente, scuotendo il capo.

— Vi dico che andremo a completare il carico sulle coste dell’Africa del Sud, con dei grandi Namachesi.

— Non pensate agli incrociatori?

— Abbiamo dodici cannoni e sessanta uomini decisi a tutto.

— E gli incrociatori ne hanno di più, capitano, — disse il luogotenente.

— Non tutti, signor Parry.

— I rischi che si corrono esercitando la tratta dei negri non hanno un giusto compenso, capitano.

— Vorreste trafficare in zucchero od in caffè?...

— Farei di meglio, signor Solilach.

— E che cosa?

— Il pirata.

— Sempre quell’idea, — disse il capitano, alzando le spalle. — Non seguirò mai il vostro consiglio, signor Parry.

— Guadagnereste il triplo.

— Sì, ma assassinando.

— Uh!... Che storie! — disse il luogotenente, mordendosi le labbra con dispetto.

— Lasciate i pirati e pensiamo ai nostri affari, signor Parry. È tutto pronto nel frapponte?

— Le catene sono a posto ed ho esaminato gli anelli.

— Ed i cannoni?

— Sono carichi.

— Non si sa mai ciò che può succedere... Signor Ravinet!...

Un giovane ufficiale che passava in quel momento sotto il ponte di comando, udendosi chiamare, alzò il capo, dicendo:

— Desiderate, capitano?

— Avete data la rotta esatta? — chiese il capitano Solilach.

— Esattissima, signore.

— Distiamo dalla Coanza? ...

— Appena trenta miglia.

— Sicchè fra poco scopriremo la costa.

— Uno dei nostri gabbieri l’ha già segnalata.

— Nessuna nave è in vista?

— Nessuna, capitano.

— Benissimo: la fortuna è con noi — disse Solilach stropicciandosi allegramente le mani. — Fate alzare sul corno la mia bandiera. Non si sa mai chi si può incontrare.

Un istante dopo la bandiera francese saliva sul picco della randa,