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gli scorridori del mare 55

bandonata interamente all’azione delle onde, riesce estremamente difficile governarla. Il secondo, che si era messo al timone, malgrado la sua bravura e la sua attenzione faceva fare alla Garonna delle battute di parecchi quarti da un bordo all’altro.
Per quattro giorni di continuo, la nave fu travagliata dai marosi furenti.
Parecchie volte i marinai e gli ufficiali proposero al capitano di tagliare l’alberatura per resistere meglio all’uragano, ma Solilach vi si era costantemente rifiutato.
Fortunatamente il vento cominciò a decrescere rapidamente ed il mare a calmarsi. Era tempo poichè l’equipaggio non ne poteva più.
Allorquando essi riuscirono a trovare un po’ di calma, volgendo gli occhi verso l’ovest, intravidero una terra bassa che sorgeva a diciotto miglia sopravvento. Il capitano aspettò il mezzodì e, rilevata la posizione della nave, guardò la carta. — Siamo dinanzi ad Antigua! — disse. L’isola di Antigua, che fa parte delle isole di Sopra Vento, e che è posta fra l’isola di Johnstown, e quella di Redanda, sorgeva come una roccia persa sul mare. Il capitano, senza perder tempo, fece spiegare tutte le vele di fortuna, e la Garonna con buon vento risalì verso il nord, per raggiungere lo stretto di Sopra Vento, che divide l’isola di Cuba da Dominica.
Due giorni dopo la nave negriera passava al largo del gruppo delle Vergini, mettendo la prora su Portorico, e ventiquattro ore più tardi giungeva in vista del capo Engano di Dominica.
Attraversatolo felicemente, si slanciava lungo il banco di Silver, secca pericolosa che si protende per parecchie miglia. Il capitano si pose al timone, per dirigere egli stesso la sua nave, ma nessun incidente venne a rompere la navigazione. A mezzanotte al chiaro di luna fu vista la famosa isola di Tortue, tanto celebre pei suoi filibustieri, e al mattino la nave veleggiava nel canale di Sopra Vento, tra Cuba e Dominica.
Due giorni ancora la Garonna corse bordate a causa dei venti contrari che soffiavano nel canale, poi rasentando le coste di Cuba, piegò al sud. Alle tre del medesimo giorno, un uomo posto in crocetta, segnava la stretta imboccatura del canale di Santiago.
— Tutto va bene, — disse Solilach allegramente.
Lasciò che la nave si avvicinasse ancor più a terra e andò a gettare l’àncora in una insenatura deserta chiamata il Loma di Guinea.

Tosto tutte le vele furono imbrogliate, e la nave rimase immobile a meno di due miglia dalla costa, ed a sette dalla bocca di Santiago.