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gli scorridori del mare 33

il secondo, respingendo un negro con un vigoroso colpo di scudiscio.

— Guadagneremo molto, — disse il capitano aggrottando la fronte alla vista dello staffile.

In quel mentre passarono accanto al capo negro, il quale stava sdraiato all’estremità del frapponte e pareva che dormisse.

— Bonga, — disse il secondo, mostrando al capitano l’erculeo negro.

— Disgraziato monarca, — mormorò il capitano che in fine aveva un cuore buono.

— Guardate che occhiate furibonde che mi lancia, — ghignò il secondo abbassando lo scudiscio sulle spalle del negro.

— E perchè batterlo senza alcuna ragione? — chiese il capitano, fermando Bonga che si era rizzato, terribile nella sua collera.

Il secondo si strinse nelle spalle e guardando Solilach gli disse beffardamente:

— In verità, capitano, voi non eravate nato per esercitare la tratta.

— Forse, ma io non so trovare motivo perchè si debbano tormentare questi poveri diavoli che sono già abbastanza disgraziati, — rispose il capitano con voce severa.

— Suvvia, non andate in collera. Non credevo che dopo tanto tempo che esercitate la tratta, aveste ancora pietà di questi diavoli di negri.

— Io esercito la tratta è vero, ma la esercito quasi onestamente e disapprovo coloro che si divertono a tormentare questi disgraziati.

— Non li batterò più, — disse il secondo gettando invece su Bonga uno sguardo d’odio.

Compiuto il giro, essi tornarono sul ponte perfettamente d’accordo, e andarono a vuotare una bottiglia nella cabina dell’ufficiale. Risaliti in coperta, esplorarono attentamente l’orizzonte per tema di veder improvvisamente apparire qualche incrociatore, però nessun veliero era in vista.

Il capitano, onde prevenire qualsiasi evenienza, ordinò che due marinai muniti di forti cannocchiali salissero sulla crocetta, pronti a segnalare la prima vela che apparisse.

Il secondo intanto girava su e giù pel ponte e ogni volta che passava dinanzi al boccaporto di maestra, lanciava uno sguardo feroce sugli schiavi. Pareva che meditasse qualche sinistro progetto contro Bonga, che già due volte l’aveva minacciato. Dopo alcuni giri discese nella stiva, si avvicinò alla sentinella, e le ordinò di raddoppiare la catena del monarca africano.

Il negro si lasciò incatenare senza aprir bocca, però parve che indovinasse il triste disegno del secondo, poichè un lampo d’ira gli avvampò negli occhi.