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gli scorridori del mare 21


Dei giganteschi tamarindi dai rami flessibili, dei palmizi dalla tinta triste, dei sicomori ed alcuni baobab sorgevano qua e là, formando delle piccole foreste separate. Alle otto i marinai entravano sotto le fitte vôlte di fogliame, sotto le quali regnava una profonda oscurità. I negri camminavano rapidamente ed in silenzio, frettolosi di giungere al corso d’acqua.

L’uragano intanto s’avanzava lentamente.

Nessun rumore rompeva il silenzio: uccelli e animali tacevano, ben nascosti, sotto le piante più fitte.

Essi presentivano l’avvicinarsi di uno di quei terribili cataclismi che in pochi istanti sconvolgono la natura.

L’aria si condensava sensibilmente e la respirazione diventava difficile mentre l’oscurità diveniva più fitta.

— Temo che l’uragano si scateni con violenza inaudita, — disse il secondo all’ufficiale.

— Lo credo anch’io signore.

Gli uragani in queste regioni sono rari; quando però vi si scatenano, la loro violenza è terribile.

— Avremo una cattiva notte e non so se potremo dormire.

— Domandiamo alle guide se dopo il fiume troveremo qualche ricovero.

— Fatelo pure.

L’ufficiale con un cenno chiamò un negro e gli domandò:

— Quanto distiamo dal fiume?

— Un miglio, — rispose il negro.

— E dopo il fiume, troveremo un rifugio?

— Sì, delle grotte.

— Meno male, — mormorò l’ufficiale.

Per alcuni minuti ancora continuarono a camminare in mezzo a quella fitta foresta. I marinai erano così affranti che parecchie volte essi proposero di fermarsi, ma la voce incessante del secondo li trascinava innanzi.

— Andiamo sino al fiume — diceva. — L’uragano ci è addosso.

Mezz’ora dopo la colonna giungeva sulla riva d’un largo torrente ancora a secco.

Numerosi macigni e scogli erano sparsi pel suo letto, e testimoniavano l’impeto della corrente quando l’acqua abbondava.

I marinai senza dir parola, e senza curarsi dell’uragano che minacciava di scatenarsi, si lasciarono cadere sulla riva opposta, malgrado le reiterate preghiere del secondo, il quale voleva che tirassero innanzi fino alle caverne.

Il secondo, l’ufficiale, i negri e una mezza dozzina di marinai cercarono un riparo sotto alcune rocce per vegliare sui loro compagni già addormentati.

Alle dieci l’oscurità era profondissima; però poco dopo un im-