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gli scorridori del mare | 145 |
— Infatti una quarantina di barili erano schierati intorno alle muraglie.
— Vi è qui tanta polvere da mandare in aria una intera città, — disse il brasiliano.
— Ritorniamo, poichè non è prudente rimanersi qui, — disse il negro, trascinando un barilotto presso l’apertura onde cercare di turarla.
Banes si calò giù pel foro, il negro lo seguì e colle mani spinsero sopra il barilotto.
— Domani a sera noi prepareremo una lancia con dei viveri, poi uno di noi darà fuoco.
— Sarò io che accenderò la miccia, — disse il negro.
Entrambi, camminando lungo le muraglie, entrarono inosservati nel forte, si strinsero la mano e si lasciarono.
Durante il giorno, mentre lavoravano coi compagni da certi sguardi e da certi segni s’accorsero che il buon sangue più non regnava fra l’equipaggio della Garonna.
Anzi tre o quattro marinai attaccarono zuffa coi partigiani del capitano Parry, minacciandoli coi coltelli.
Calò finalmente la sera, una sera buia, minacciosa. Sul mare lampeggiava ed un forte vento soffiava dal sud-est.
Banes e Bonga, appena calate le tenebre, uscirono dal forte per recarsi alla baia. Mentre camminavano dietro le muraglie, videro sulla cima dei marinai i quali si facevano dei cenni misteriosi.
— Buono, — mormorò Banes raddoppiando il passo. — La rivolta sta per scoppiare.
Giunti alla baia salirono nell’imbarcazione e si recarono a bordo della Garonna.
Colà gettarono nell’acqua la lancia più grande, vi misero entro due sacchi di biscotto, due barilotti d’acqua, della carne salata, alcuni fucili, remi, vele, corde e bussola, poi la spinsero verso la riva.
— Aspettami qui; io vado a dar fuoco alle polveri, — disse il negro, mentre un sorriso crudele gli spuntava sulle grosse labbra.
— Bada a non farti sorprendere.
Bonga balzò a terra portando con sè una scure e una lunga miccia, si arrampicò sugli scogli, guadagnò la galleria ed entrò nella polveriera.
Coll’accetta spezzò sei o sette barilotti disperdendo la polvere al suolo, poi diede fuoco alla miccia. Stava per riguadagnare la galleria, quando una scarica risuonò nel forte, accompagnata da urla indescrivibili.
— La rivolta! — esclamò egli, slanciandosi all’aperto.
Tutte le finestre del forte erano rischiarate da numerose torce, colpi di fucili, gemiti, imprecazioni e grida risuonavano in tutte le