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gli scorridori del mare 143

— Ho da farvi delle comunicazioni importanti che non vi spiaceranno.

— Ebbene parla, ma spicciati.

— Per ora venite con me, poi parleremo, — disse il negro, scendendo sull’orlo del bastione.

Banes, dopo una breve esitazione, lo seguì.

Il negro continuò a camminare lungo la muraglia, uscì dalla porta, guardò intorno onde accertarsi di non essere spiato, poi discese la gradinata che conduceva alla baia, si cacciò fra le rocce, risalì ancora e finalmente si fermò dinanzi a una specie di grotta, o meglio una galleria che si addentrava per sei o sette metri nella gigantesca rupe sulla quale era stato costruito il forte.

— È per farmi vedere questa galleria, che mi hai condotto qui? — chiese Banes.

— Questa galleria ci servirà per vendicarci. Questo passaggio sotterraneo è lungo soli sette metri, ma con due picconi noi lo prolungheremo tanto da giungere sotto il forte. Chi ci impedirà con alcuni barili di polvere, di far saltare in aria questo nido di pirati?

— Tu adunque non hai dimenticato il povero capitano Solilach?

— Voi non conoscete ancora Bonga, — disse il negro. — Non ho dimenticato il capitano e vendicherò la sua morte.

— Il tuo piano presenta però delle difficoltà, ma si può modificare. Invece di mettervi noi della polvere, cosa pericolosa e difficile, sarebbe meglio scavare sino a incontrare la polveriera la quale se non m’inganno, deve trovarsi sulla linea di questa galleria.

— Ben detto, amico Banes, — disse il negro. — Qui l’altra notte, ho nascosto due picconi e una lanterna cieca. Domani sera possiamo cominciare il lavoro.

— Sta bene, ma ora ritorniamo poichè l’alba comincia a biancheggiare, e qualcuno può sorprenderci.

Uscirono entrambi dalla galleria. Banes rientrò nel forte, mentre il negro si sedeva su una roccia, fingendo di guardare l’oceano.

Alla sera Banes, dopo d’aver giuocato al montes con alcuni camerati, si ritirava per tempo, fingendo di accusare un po’ di stanchezza. A mezzanotte però, quando già tutti dormivano, abbandonò silenziosamente la sua stanza, e camminando lungo la muraglia per non esser scorto dagli uomini di guardia, giungeva inosservato alla galleria dove Bonga lo aspettava seduto su di un sasso.

— Ti ha veduto nessuno? — chiese al negro.

— Nessuno, — rispose questi.

— Lavoriamo, — disse Banes, accendendo la lanterna.

Afferrati entrambi i picconi, si diedero a battere vigorosamente la roccia, levando numerose e grosse scheggie.

I due atleti, lavorando con gran vigore, ingrandivano a vista