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sua disperata resistenza, lo trascinarono all’orlo della roccia. Dopo di avergli fatto contemplare, per alcuni istanti, quella ripida discesa, lo spinsero brutalmente nel vuoto, mentre il capitano scaricava le sue due pistole.

Il disgraziato colpito in mezzo al petto, si piegò su se stesso e rotolò giù, rimbalzando di roccia in roccia. Il suo corpo insanguinato e deforme giunse fino in fondo e s’inabissò negli oscuri e spumanti flutti. I suoi tre compagni ebbero la medesima sorte, e i loro avanzi, trascinati dal riflusso, furono portati in pieno mare, a pasto dei pescicani.

Allora il capitano volgendosi verso i suoi marinai disse:

— Così avranno la medesima sorte tutti i traditori. Ora venite, amici miei, e dimentichiamo nell’orgia questo triste avvenimento.

Due ore dopo, tutto il forte era sottosopra. Nella gran sala, marinai e ufficiali si ubriacavano sconciamente, vuotando interi bariletti di rhum e facendo un fracasso infernale.


Capitolo XXI.

LA VENDETTA DI BANES


Mentre i pirati si abbandonavano all’orgia, sull’alto dei bastioni, un uomo stava appoggiato a un affusto di cannone, in atteggiamento pensieroso.

Pareva che aspettasse qualcuno, poichè di quando in quando si alzava e faceva moti di viva impazienza, mormorava parole tronche, e faceva gesti di minaccia.

Quell’uomo che se ne stava così solo, lontano dall’orgia e dalla compagnia, era Banes.

La sua faccia prendeva a ogni istante strane espressioni, ora di cupa collera, ora di un odio violento, ora di una gioia sfrenata. Poi malediva, giurava e minacciava.

L’infelice, stanco di trascinare la sua vita fra quei miserabili pirati e di rendersi complice involontario dei loro delitti, attendeva impaziente che il negro Bonga, come gli aveva promesso, gli desse i mezzi necessari per fuggire.

Avendogli dato appuntamento su quel bastione, era uscito inosservato dal forte e da un’ora lo aspettava, in preda alla più viva ansietà. Già cominciava a temere che il negro fosse stato trattenuto dal capitano, quando un’ombra apparve presso l’angolo del bastione.

— Sei tu Bonga? — chiese Banes.

— Sì, — rispose il negro.

— Cominciavo a temere che ti fosse accaduta qualche disgrazia. Orsù, cos’hai da dirmi?