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gli scorridori del mare 135

nord comincia a stancarsi. È un peccato poichè ci trascinava con velocità sorprendente verso sud.

Infatti il vento tendeva a scemare, ed anche le onde a rallentare la loro fuga. Tuttavia durante l’intera giornata la Garonna fu vivamente sballottata.

Alla mezzanotte essa giungeva però felicemente allo stretto di Macassor aperto fra l’isola di Borneo e le Celebes. Durante il passaggio dello stretto ebbe a soffrire ancora non poco in causa della violenza del vento e del mare, ma alla fine la traversata fu compiuta senza disgrazie.

Per dieci giorni la Garonna veleggiò al sud, senza incontrare alcuna terra e all’undicesimo avvistava l’isola di Sumba. Ventisei giorni dopo raggiungeva il capo d’Entrecostax.

In quei paraggi il vento soffiava fortemente, sicchè la Garonna raddoppiò la corsa. Otto giorni più tardi, un uomo posto in vedetta sulle crocette, segnalava il forte a meno di quindici miglia sottovento.

— Finalmente! — esclamò il capitano respirando.

— Io comincio a tremare, comandante, — disse il secondo. — Non ho dimenticato il vostro sogno. Attento che non si avveri.

— Baie, — rispose Parry. — Ai sogni non bisogna badare.

Due ore dopo la nave giungeva a soli ottocento metri dal forte, e per ordine del capitano, un cannone carico di polvere venne scaricato in direzione dell’isolotto. Il rimbombo per alcuni istanti rumoreggiò sul mare, poi andò a spegnersi contro le rocce.

Per alcuni minuti i marinai attesero una risposta, ma invano. Nessun uomo pareva abitasse al forte, non essendosi scorto alcun segnale sulla roccia.

— Dannazione! Che il mio sogno si sia avverato? — si chiese il capitano, tergendosi il freddo sudore che gli inondava la fronte.

— Che cosa significa questo silenzio? — chiesero parecchi marinai, che cominciavano a inasprirsi.

— Bisogna prendere le nostre precauzioni, — disse un mastro. — Il forte può esser stato preso ed i vincitori possono tenderci un agguato.

— Che sieno morti adunque i camerati? — chiesero alcuni.

— Scaricate un secondo cannone, — comandò Parry.

Lo sparo tenne dietro al comando, ma anche questa volta nessun segnale comparve sulle mura del forte.

Il capitano allora fece caricare tutti i cannoni, fece armare tutti i marinai e diresse la Garonna verso la roccia. Giunta all’imboccatura del canale, una delle ancore venne gettata.

Tosto una lancia fu messa in mare; il secondo e otto marinai armati sino ai denti vi presero posto e remarono verso l’interno della