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122 e. salgari

Ad un tratto lo squillo d’un corno si fece udire, e subito dopo una turba d’isolani, armata di lancie e di mazze, comparve improvvisamente sul margine d’un bosco, caricando con impeto irresistibile i saccheggiatori. Il secondo vide a colpo d’occhio che la partita era perduta. Radunò tutti i suoi uomini e difendendosi a fucilate, li guidò fino alla spiaggia, dove cominciò confusamente l’imbarco. Prima però che fosse terminato gl’isolani furono loro addosso, e tre marinai, che erano rimasti ancora sulla spiaggia, vennero atterrati dalle mazze dei selvaggi.

Le due imbarcazioni malgrado la pioggia di sassi e di freccie poterono raggiungere la Garonna la quale veniva già loro incontro. In un baleno tutti furono a bordo, e il capitano Parry, furibondo per lo scacco toccato e per rivendicare la morte dei suoi, fatta avvicinare la nave più che potè alla costa, fece scaricare i suoi più grossi cannoni carichi a mitraglia. Gl’isolani, benchè decimati, risposero bravamente con un nuvolo di sassi e di freccie, poi si ritirarono imboscandosi in mezzo ai cespugli, lasciando però non pochi morti dinanzi al villaggio.

— Tutte le imbarcazioni in mare, — comandò Parry.

I marinai già stavano per eseguire quel comando, quando si udì un gabbiere gridare:

— Capitano! due vele! due vele!

Il capitano Parry volse uno sguardo sul mare, e scorse, ad una distanza da quindici o diciotto miglia, due velieri che parevano due grossi vascelli. Imprecando, fece ritirare le imbarcazioni, fece bracciare le vele e lanciò la sua nave verso il sud, abbandonando quella costa pericolosa.

Appena vide che la Garonna teneva il vento, prese il cannocchiale, s’inerpicò sull’albero di maestra, e giunto in crocetta puntò lo strumento. Alcuni minuti dopo lo si vide abbandonare rapidamente il posto e ridiscendere o meglio lasciarsi scivolare fino sul ponte.

— Gran Dio, cosa avete? — chiese il secondo. — Mi sembrate assai inquieto.

— Vi sono delle bruttissime nuove. Credo che questa volta sia finita per noi.

— E perchè?

— Perchè due fregate c’inseguono. Se non le vinciamo in celerità, ci manderanno sott’acqua con poche bordate.

— E come sapete che sono due fregate? A questa distanza è impossibile riconoscerle.

— La loro velatura è altissima e poi ho scorto gli sportelli delle batterie. Vedrete che fra poco la fiamma rossa si svolgerà sui loro alberi di maestra. A quanto mi sembra, camminano anche più di noi.