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118 | e. salgari |
di cinque minuti sbarcarono in città. Prender terra dopo tanti anni di navigazione è la più grande felicità che può godere un marinaio, potete quindi immaginarvi se i pirati non si preparavano ad approfittare del permesso concesso. Appena scesi si slanciarono in mezzo alla folla che ingombrava la gettata facendo un baccano infernale.
Essendo quasi tutti marinai dell’antico equipaggio della Garonna e quindi amici del capitano Parry, si posero subito d’accordo per fare un bel regalo al loro comandante a spese però dei cinesi. Essi volevano nientemeno che assaltare un bazar e portare via tutto ciò che vi si poteva trovare di buono.
Uniti in un crocchio, gridando e schiamazzando, dando pugni e spinte ai poveri figli del celeste Impero che sbarravano loro il passo, si diressero verso Fai-Tsung, che è una delle vie principali e dove si trovano i negozi più belli e più vasti di Canton. I marinai guardavano entro tutti i negozi gettando sguardi stupiti sulle mostruose insegne bianche, nere e rosse ornate di draghi giganteschi che sbarravano buona parte delle vie. Dopo aver visitato almeno venti negozi, giunsero dinanzi ad uno vastissimo ripieno di porcellane, di bambù lavorati, di pacchi di the e di sete, di ninnoli d’avorio d’ogni specie e di oggetti di bronzo dorato.
I marinai compresero che vi era qualche cosa di buono per loro, e senza far cerimonie entrarono in massa, facendo un baccano infernale. Afferrarono un piccolo cinese che pareva esser un commesso di negozio, lo imbavagliarono e poi si diedero a far man bassa su tutto ciò che vi era di buono.
Erano pochi minuti che rubavano, gettando tutto sottosopra e spezzando porcellane e vetri, quando una mezza dozzina di cinesi, entrati per una porticina nascosta da un paravento, si precipitarono nel negozio, e visti i predatori, si slanciarono su un enorme tamburo di rame, battendolo vigorosamente.
Al suono formidabile del tam-tam, un gran numero di cinesi accorse a sbarrare il passo ai pirati stupiti. Questi, dopo il primo istante di sorpresa, senza aspettar altro, si armarono di bambù e uscirono precipitosamente per aprirsi la via, ma ben presto si videro circondati da un nuvolo di altri cinesi i quali gesticolando vivamente, minacciavano i pirati coi loro lunghi bastoni.
L’equipaggio della Garonna non esitò più e impegnò una disperata lotta.
I celestiali, armati di leggere ma solide canne, si difendevano abilmente, schivando i colpi dei nemici con una rara abilità, comune però agli schermidori indigeni.
I pirati, stretti in un vero cerchio, non sapevano più come fare a ripararsi da quella tempesta di colpi, che li batteva ben bene.
Quando si decisero a por mano ai coltelli, erano già giunti i bombardieri cinesi. Questi cominciarono a fulminare i pirati con fuochi