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gli scorridori del mare | 117 |
il passo a colpi di gomito, a cui i cinesi rispondevano con un energico fan-konaio (stranieri demòni) e con gesti minacciosi.
Dopo aver camminato per mezz’ora, quei due degni galantuomini si fermarono dinanzi a un ampio negozio pieno di porcellane, di seterie, di cotoni, di zuccheri, di caffè, di oppio e di mille altri oggetti. Pareva un magazzino ove si vendevano all’ingrosso tutte le merci possibili.
— Qui credo che faremo qualche cosa di buono, — disse il capitano entrando.
Sei o sette cinesi gli andarono incontro, domandandogli in cattivo inglese ciò che chiedevano.
— Il padrone, — disse Parry.
Alcuni minuti dopo si trovarono in presenza di un cinese piuttosto piccolo, tozzo, vestito di seta azzurra ricamata in oro che salutò gentilmente i due stranieri.
Il capitano gli espose le sue intenzioni, cioè di vendere le sue merci, e dopo aver parlato per un’ora, metà inglese e metà cinese, concluse l’affare con un modico ribasso.
Terminata la vendita i due pirati tornarono a bordo e fecero i preparativi per ricevere il ricco cinese, il quale doveva venire l’indomani a ricevere la merce.
Infatti al mattino il negoziante si recò a bordo della Garonna in una piccola barca, guidata da quattro giovani tankà (battellieri).
Il capitano lo ricevette cordialmente e fu tosto cominciato lo scarico sotto gli occhi del compratore, il quale con un paio di occhiali senza lenti, esaminava scrupolosamente la merce, scuotendo il capo e borbottando parole incomprensibili.
Tutta la giornata lo scarico continuò, ma venne la sera ed ancora la metà era a bordo.
Il cinese fu invitato a dormire nella nave, ma sia che non si fidasse di quegli stranieri o per altro motivo, declinò l’invito e tornò a terra.
L’indomani, ultimata la consegna, il capitano riceveva duecentoventimila dollari in oro, essendo state rifiutate le tratte dapprima offerte.
Sbarazzata la Garonna del suo carico, non mancava altro che fare un’ampia provvista di viveri e di munizioni, ma il capitano volendo dare un po’ di riposo al suo equipaggio, decise che il carico di viveri si facesse due giorni dopo.
La mattina seguente trenta marinai, scelti fra i suoi più fidi, furono incaricati di comperare dei viveri. Prima però che s’imbarcassero li avvertì che al primo colpo di cannone ritornassero immediatamente a bordo, perchè doveva essere il segnale di pericolo. I trenta marinai, appena imbarcati, remarono rapidamente e in meno