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gli scorridori del mare 115

Il capitano, visto che Banes si lasciava trascinare dal negro, rimise la pistola nella cintura, mormorando:

— È la seconda volta che gli salva la vita; alla terza morrà, — e riprese la passeggiata assieme al secondo.

La Garonna, secondata dal buon vento, correva sempre verso il nord. Il 12 giugno il bark passava il canale della Sonda e poche ore dopo entrava nel mare dello stesso nome. Alla sera l’isola di Billiton apparve colle sue coste fiancheggiate da enormi scogliere, coi suoi folti boschi e le sue verdeggianti colline.

All’indomani, presso l’isola di Singhin furono veduti tre bastimenti che veleggiavano verso Sumatra a meno di sei miglia sottovento.

Il capitano della Garonna avrebbe voluto dar loro la caccia, ma il secondo lo sconsigliò, facendogli osservare che l’impresa era troppo arrischiata, potendo aiutarsi vicendevolmente, poi perchè si trovavano in un mare troppo frequentato.

Il 16 giugno la Garonna, dopo esser passata nelle vicinanze delle isole Natuna, entrò a vele spiegate nel mar Cinese meridionale.

Il 18, il mare si gonfiò e la nave rollando fortemente dovette fuggire dinanzi ad un tifone che minacciava di travolgerla e di trascinarla verso le coste cinesi.

Dopo sei giorni di penosa navigazione, la Garonna giungeva finalmente nelle vicinanze di Canton. Presso l’isola di Macoa, importante colonia portoghese, essa fece l’incontro per la prima volta di una giunca cinese, veliero assai singolare, pesante, malagevole, eppure preferito dai marinai cinesi.

La sua prora era alta assai e molta larga, ricca però d’intarsi e di dorature. La poppa era al pari altissima e reggeva una specie di piattaforma irta di banderuole con un grand’albero sostenente una grande vela latina di vimini intrecciati. Nel mezzo della giunca vi era un secondo albero, ed a poppa un largo timone sormontato da una testa di drago.

— Maledetti mari frequentati! — esclamò il capitano guardando avidamente il pesante veliero. — Con poche cannonate potrei impadronirmene.

— Evvia, ci rifaremo un’altra volta, — disse il secondo, ridendo.

— Attenzione, ecco che entriamo nel famoso fiume di Tschou-Kiang1 — disse il capitano.

La Garonna passava allora a poca distanza dall’isolotto di Bocatigris, roccia colossale circondata di forti armati di vecchi cannoni, che dovrebbero difendere l’entrata del fiume.

Il bark era già entrato nel fiume in quel luogo largo oltre due

  1. Riviera delle perle.