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care altre navi e che un giorno o l’altro ci piombi addosso una intera squadra.

— Sarebbe finita per noi, — disse il secondo, impallidendo. — Cosa fare, signore?

— Non lo so.

— Bisognerebbe impedire alla fregata di giungere in Australia.

— Aspettate, mi viene un’idea.

— Quale?

— D’inseguire la Bellona, e di appiccare battaglia per mandarla a picco. È già ormai ridotta in uno stato compassionevole, e con alcune cariche ben dirette si può finirla.

— La vostra idea mi sembra splendida, capitano. — Facciamo subito i preparativi di partenza.

I marinai, subito avvertiti dell’ardito progetto, ricollocarono i dodici cannoni sulla Garonna, poi levarono le catene che impedivano l’entrata nel canale.

Due ore dopo la nave, montata da ottanta uomini, lasciava la baia drizzando la prua verso l’Australia. L’oceano era ancora sconvolto, però la Garonna era troppo buona veleggiatrice per curarsene. Anzi, il capitano, approfittando del vento che era piuttosto forte, aveva fatte spiegare tutte le vele, essendo premuroso di raggiungere la fregata.

— Se giungo a impadronirmene, guai all’equipaggio che la monta — disse il capitano, guardando il mare con un cannocchiale.

— Se non la raggiungiamo oggi, sarà per domani, — disse il secondo. — Così danneggiata non deve correre molto.

— Lo volesse il diavolo! Quei dannati francesi voglio vederli danzare all’estremità dei pennoni, e bruciare la fregata sotto i loro piedi. Certamente sarà un bel spettacolo e...

— Oh! Guardate! — lo interruppe il secondo. — Vi è qualche cosa laggiù? Non vedete quel punto luminoso in lontananza.

— Che sia una vela? — chiese Parry, facendo un gesto di viva soddisfazione.

— Nave sottovento!... — gridarono i marinai di guardia.

— È la fregata! — esclamarono parecchi uomini.

— Miserabili! — tuonò una voce minacciosa, ma che fu impossibile sapere da quale bocca uscisse.

Il capitano Parry udì quella parola e fece un gesto di furore. Chi lo avesse guardato bene, avrebbe veduto la sua faccia impallidire di collera, e le mani stringere il calcio delle sue pistole.

Intanto la vela ingrandiva a vista d’occhio; si vedeva che perdeva cammino. Tutti i marinai della Garonna, arrampicati sugli alberi, aggrappati alle sartie, seduti sulle coffe, divoravano cogli occhi quella nave, quasi volessero attirarla coll’intensità dei loro sguardi.

Tutto il giorno continuarono a veleggiare spiegando tutte le