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gli scorridori del mare 105

mandando una grossa palla da trentasei sul ponte della nave avversaria.

Quaranta bocche da fuoco tuonarono insieme, con un rimbombo orrendo. La fregata, scaricati i suoi pezzi di babordo, girò lentamente su sè stessa e scaricò quelli di tribordo, tempestando le roccie ed i bastioni.

Dopo quelle due scariche si portò più al largo per poter avere maggior tiro e riprese l’infernale musica coi suoi pezzi da caccia, lanciando granate in così gran numero, che i marinai del capitano Parry furono in breve sloggiati dalle loro posizioni e obbligati a ripararsi dietro le mura.

Anche i venti cannoni del forte non rimanevano però inoperosi, nè i loro colpi andavano perduti.

Parecchie palle erano cadute sul ponte della nave, facendo strage d’uomini e di attrezzi.

Quel duello tremendo durò un paio d’ore, causando gravi danni ad ambo le parti, poi la fregata, già assai maltrattata, si portò al largo onde concedere un po’ di riposo ai suoi uomini.

Nel pomeriggio però riprese il fuoco, scaricando alcune bordate contro i bastioni meridionali del forte, rovinando parecchie muraglie e fulminando alcuni artiglieri, ma alle quattro il fuoco cessò e la fregata, approfittando d’un colpo di vento, si allontanò dal forte, mettendosi in panna a circa tremila metri.

I suoi uomini si misero a sbarazzare il ponte dai cadaveri e dai rottami, mentre altri aggiustavano gli attrezzi.

Il capitano Parry constatò i suoi morti che ascendevano a undici, fece rinnovare le provviste di polvere e di palle e raddoppiò gli uomini di guardia, temendo che i nemici, col favore della notte, cercassero sbarcare.

Calata la notte fece scaricare di quando in quando i pezzi, ma la nave non rispose alle incessanti provocazioni dei pirati.

Ai primi albori, il capitano Parry s’accorse che la fregata stava per ricominciare il bombardamento coi suoi più grossi pezzi.

Si era allontanata di due miglia, onde tenersi fuori di tiro dalle piccole artiglierie dei pirati.

Il capitano Parry comprese che ciò tornava a suo danno, giacchè solo i quattro cannoni da trentasei potevano giungere a tale distanza. Però egli non si smarrì e fatti avvicinare i quattro pezzi, ordinò il fuoco.

Alla quadruplice scarica, la fregata rispose con una bordata e dieci palle andarono a cadere nel bel mezzo del forte, forando il tetto e diroccando alcune muraglie.

Il cannoneggiamento continuò con soli quattordici pezzi, dieci della fregata e quattro del forte.