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gli scorridori del mare 87

Il secondo, a prora, con lo scandaglio, misurava la profondità facendo di tratto in tratto dei segnali al capitano, affinchè poggiasse da un lato o dall’altro per schivare i numerosi ostacoli.

Dopo una mezz’ora di navigazione in mezzo a quegli scogli, la Garonna giungeva felicemente in mezzo alla baia, gettando le àncore.

Allora il capitano, volgendosi verso i suoi ufficiali indicando l’apertura della baia, seminascosta dagli scogli che fiancheggiavano il canale, disse:

— Credete voi che una nave, girando attorno alla roccia, possa accorgersi che qui, in mezzo a queste scogliere, esista un così comodo ancoraggio?

— No, — dissero in coro gli ufficiali.

— Quindi noi possiamo essere sicuri qui?

— Io credo che nessuno potrebbe supporre che in mezzo a queste rocce si nasconde una nave, — disse il secondo.

— Siete soddisfatti ora? Come vedete, io ho mantenuto la parola. Domani, signori miei, cominceremo i lavori per innalzare il fortino.


CAPITOLO XIV.

IL BRIGANTINO INGLESE


All’alba, cento marinai armati di picconi, salirono su quattro lance e prendevano terra per incominciare il faticoso lavoro. Il capitano Parry assieme al secondo aveva già tracciata una via piuttosto tortuosa, larga tre metri, la quale dal basso saliva sino alla piattaforma dell’isolotto.

I marinai si distribuirono sui posti assegnati, e afferrati vigorosamente i picconi cominciarono a battere furiosamente la roccia, facendo volar intorno nuvoli di schegge.

Per ben un mese intero la roccia fu assalita con febbrile furore, ma gli sforzi dei pirati trionfarono. Ormai una comoda gradinata, che girava attorno al cono tronco, conduceva dalla riva della baia alla spianata superiore.

Fu solamente allora che sbarcarono i materiali di costruzione. Quei centocinquanta uomini, a prezzo d’impagabili fatiche e di sudori, riuscirono a trasportare quasi tutto il carico della nave sulla vetta dell’isolotto, ma non intrapresero i lavori che nel mese di giugno, poichè la stanchezza aveva finito per indebolirli.

Per cominciare il forte il capitano segnò sulla spianata un circolo che aveva una circonferenza di trecentocinquanta metri, il quale doveva servire di traccia per la costruzione della cinta; entro questo cerchio ne tracciò un secondo della circonferenza di cento metri. Questo do-