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CAPITOLO XXV.

L’assassino di Smoky.

Sir John, Morgan e O’Connor, che dormivano con un sol occhio, in un lampo furono in piedi colle armi in pugno.

— Che hai? chiese l’ingegnere al meticcio.

— Si avvicina qualcuno, signore. Guardate quel punto luminoso.

Sir John guardò nella direzione indicata. Il punto luminoso brillava ancora e s’avvicinava oscillando a destra e a sinistra.

— È una lampada, disse con voce un po’ alterata. Tenete pronti i revolvers.

— Che sia uno spettro? mormorò O’Connor on voce tremante.

— Che sia uno degli assassini? chiese Morgan.

— Lo temo, macchinista, rispose sir John.

— Che facciamo? chiese Burthon.

L’ingegnere stava per rispondere quando il punto luminoso improvvisamente si abbassò indi si spense.

— Il miserabile si è accorto della nostra presenza, disse Morgan.

Sir John si gettò prontamente a terra e appoggiò un orecchio sulla roccia. Udì un passo che rapidamente si allontanava.

— Fugge! esclamò, rialzandosi. Avanti, amici, e i revolvers in pugno.