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un battello abbandonato | 87 |
tura, vestito di panno oscuro e con lunghi stivali, giaceva, steso sul dorso, presso la sponda del fiume.
— By-god! esclamò il macchinista. Chi può essere?
— Senza dubbio uno di quelli che ci precedono. Sta attento che qualcuno non ci salti addosso.
— Il mio revolver è pronto.
— Olà, svegliatevi! gridò sir John.
Lo sconosciuto non si mosse. L’ingegnere raccolse un ciottolo e glielo tirò in un fianco ma non ottenne miglior successo.
— Che sia morto? disse Morgan.
— Lo temo, macchinista. Andiamo a vedere.
Tenendo sempre i revolvers in pugno, s’avvicinarono con precauzione allo sconosciuto che non dava segno di esser vivo. Quando giunsero presso a lui entrambi fecero un passo indietro soffocando a stento un grido.
Quell’uomo — un negro di statura gigantesca, somigliantissimo a quello che avevano pescato pochi giorni innanzi — era morto. Aveva gli occhi stravolti, una bava rossa sulle labbra, e in mezzo al petto, confitta fino all’impugnatura, una navaja spagnuola.
— Un altro negro assassinato! esclamò l’ingegnere. Chi sono mai gli uomini che ci precedono?
— Dei briganti senza dubbio, disse Morgan, e che forse come noi vanno in cerca dei tesori degli Inchi. Non mi dispiace per me, ma per gli sfortunati compatriotti di Smoky.
— Dà uno sguardo al fiume e poi andiamo innanzi. Sono impaziente di conoscere le canaglie che ci precedono.
Morgan si arrampicò su una roccia che cadeva