Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. II.djvu/52

50 capitolo xix.

CAPITOLO XIX.

Una eruzione di lave.

Proprio ai loro piedi s’apriva una spaventevole voragine piena di fuoco, di fumo e di scintille, larga più di milleduecento metri e lunga almeno millecinquecento, racchiusa da pareti che man mano s’alzavano si restringevano in forma di cono, annerite, arse, screpolate in centomila luoghi, ardenti dal fondo alla cima.

Là dentro, a soli dieci metri di profondità dall’apertura occupata dall’ingegnere e dal macchinista, turbinava come un vortice un liquido fiammeggiante, del color del bronzo fuso, il quale s’alzava ora lentamente e ora rapidamente lanciando verso il cratere della montagna ora getti di cenere, ora macigni calcinati, ora dense colonne di fumo che per alcuni istanti tutto offuscavano, ora nembi di scintille che si espandevano per tutto il cono e ora lunghe fiamme che elevavano siffattamente la temperatura da renderla insopportabile.

Di quando in quando, ad intervalli irregolari, su quel liquido, in mezzo al quale si fondevano come fossero semplici pezzi di burro e i basalti, e i tufi, e il granito, e il porfido, e tutte le altre qualità di pietre più o meno dure, si formavano delle grandi bolle che tutto d’un colpo scoppia-