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CAPITOLO XXVI.

Il lago Titicaca.

Se il carbone di alcune miniere sviluppa dei gaz mefitici che compongono la così detta mal’aria, se quello di altre sviluppa l’ossido di carbone che provoca delle esplosioni, quasi sempre però limitate, vi è pur quello che sviluppa il gaz detonante o grisou. E questo è il più terribile di tutti. Si trova sempre nelle miniere il cui carbone contiene molto bitume e materie volatili. È una combinazione di idrogeno e di carbonio e quando esce produce uno scoppiettio, che, come si disse, ricorda quello delle acque gazose che sfuggono dalle bottiglie.

Basta allora la rottura di una lampada, un zolfanello acceso, una semplice scintilla per provocare una esplosione delle più spaventevoli. Nulla resiste a tale meteora. Lo scoppio si propaga colla rapidità del lampo per tutta la miniera; rovescia le montagne di carbone, ribalta i carri, sfonda le chiuse, solleva le impalcature, accieca o uccide sul colpo i minatori, spegne le lampade, s’innalza nei pozzi e il torrente di fuoco esce all’aperto con una spinta formidabile. La sua violenza è tale che la temperatura s’innalza tanto da cangiare istantaneamente il carbone delle miniere in coke. E come se ciò non bastasse si