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84 | capitolo xi. |
— Tu bestemmi, Burthon. Se il mare non fosse salato succederebbero dei gravi malanni.
— Lo dite seriamente, signore?
— Seriamente, Burthon. Accadrebbe che non essendo più possibile la circolazione delle acque, la zona polare si abbasserebbe tanto da cambiare l’Inghilterra e l’Irlanda in due deserti di neve.
— Corbezzoli!
— E qui non è tutto. La zona torrida, invece, avrebbe una temperatura tale da arrostire i suoi poveri abitanti.
— Tuoni e fulmini!
— Aggiungi poi che parecchie regioni sarebbero inondate da piogge diluviali e continue, che i fiumi sarebbero più gonfi e l’aria più satura di elettricità.
— Quand’è così, m’inchino dinanzi alla saggezza del Creatore.
— Puoi inchinarti, disse sir John ridendo.
Il meticcio stava inchinandosi sul serio, quando una esclamazione di O’Connor lo fece alzare di colpo.
— To’! Ancora le stelle filanti! aveva gridato il marinaio.
L’ingegnere e il meticcio, volgendosi verso poppa scorsero un centinaio di punti luminosi solcare le tenebre, incrociandosi, inalzandosi e tuffandosi, dopo aver descritto traiettorie di trenta, quaranta e perfino cinquanta metri.
— Che stelle sono? chiese il meticcio. Mi ricordo che quando la vôlta del lago franava solcavano lo spazio a migliaia.
— O mi inganno di molto o sono pesci, disse sir John.
— Pesci! Ma non vedete signore che brillano? Dite piuttosto che sono lucciole.