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54 | capitolo vii. |
— E in qual modo?
— Le fogne della grande città sono infestate in modo spaventevole, disse sir John. I cacciatori chiudono una delle principali fogne poi all’estremità opposta cominciano la battuta con gran numero di cani, molti dei quali cadono vittime dei denti dei sorci. Nel dicembre del 1849, a Parigi, in pochi giorni ne uccisero 240.000.
— Cospettaccio! esclamò il meticcio. Ve ne sono dei milioni a Parigi.
— Figurati che quando demolirono l’antico ammazzatoio di Montfaucon, si calcolò a sei milioni di chilogrammi la carne che i signori sorci si regalavano.
— E cosa ne fanno dei sorci che uccidono in queste grandi caccie? Li seppelliscono forse?
— Oibò! Vi sono degli industriali che li comperano per fare, colla pelle, dei morbidissimi guanti.
— E non si possono distruggere questi feroci roditori?
— In qual modo? I topi sono spaventosamente prolifici; partoriscono tre volte all’anno e ad ogni parto danno dai dodici ai diciotto figli.
— Credete voi, signore, che questi topi, col tempo, diventino seriamente pericolosi? chiese Morgan.
— Non sarei sorpreso se un bel giorno le chiaviche di qualche antica città vomitassero sulle strade milioni di roditori e inseguissero i cittadini.
— Io vorrei vedere un simile spettacolo! esclamò Burthon, scoppiando dalle risa.
— Plinio ha narrato che delle città intere furono rovesciate dai topi, disse l’ingegnere.
— Ci credete voi? chiese Morgan.