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53 | la cateratta |
erano i topi asiatici, la cui razza regna ora in Europa e in America.
— E da dove venivano?
— Dai dintorni del mar Caspio.
— Che gambe! esclamò Burthon.
— Questi topi, continuò l’ingegnere, erano usciti da enormi buche apertesi nel deserto di Coman in seguito ad un grande terremoto. Una parte di essi mossero verso il nord e raggiunsero la Siberia e precisamente la città di Jaick.
— È incredibile, disse Morgan.
— Ma vero. Questi roditori appena entrati in città assalirono vigorosamente i sorci del paese. La battaglia cominciò alle quattro del meriggio e durò parecchie ore ferocissima; gli antichi padroni, vinti dal numero, furono costretti a cedere agli invasori un intero quartiere.
— E gli altri, dove emigrarono?
— I bricconi, più furbi, s’imbarcarono sulle navi ancorate sul Volga e si lasciarono trasportare nel cuore della Russia da dove discesero invadendo l’Europa da un capo all’altro. I sorci bruni, già decimati, non poterono tener testa a questi nuovi conquistatori più forti e meglio armati e disparvero.
— E come vennero in America? chiese Burthon.
— A bordo delle navi come gran signori.
— A gratis.
— Sicuro e probabilmente dentro la dispensa del cuoco.
— E sono aumentati in così grande quantità?
— In cinquant’anni i sorci asiatici diventarono così numerosi da costituire in alcune città un pericolo pubblico. A Parigi sono così numerosi che gli abitanti sono costretti a intraprendere annualmente delle grandi caccie.