Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. I.djvu/54

52 capitolo vii.


— Ma da dove vengono tutti questi roditori?

— Non saprei. Il sottosuolo pullula di questi feroci animaletti che crescono e si moltiplicano all’infinito e che non conoscono che una sola legge: rodere e divorare, minare tutto e dovunque.

— Avete osservato, signore, che sono tutti di un colore?

— Sono tutti di una razza. I topi non tollerano gli stranieri.

— To’ vi sono delle altre razze?

— C’erano, poichè sono state distrutte dai conquistatori.

— Dai conquistatori? Spiegatevi, sir John.

— I primi topi che invasero l’Europa, non erano eguali a questi che tu vedi emigrare, ma bensì bruni. Erano discesi dalle regioni settentrionali dietro l’esercito dei Vandali.

«Seicento anni dopo, una nuova razza di roditori, più forti e più feroci, d’un colore grigio-ferro, scendeva, combattendo ferocemente gli antichi abitatori del sotto-suolo che furono costretti a cedere il campo.

— Da dove venivano questi nuovi roditori? chiese O’Connor.

— Dall’Europa centrale dietro ai lanzichenecchi, le cui bande avevano invaso la Francia e l’Italia in sul finire del decimosesto secolo.

— Ma seguivano i barbari, forse? chiese Morgan.

— Sicuro e assai da vicino. Ogni calata di barbari era seguita da una emigrazione di topi.

— E questi nuovi conquistatori, che fecero?

— Distrussero quasi totalmente i topi bruni, ma non goderono a lungo i frutti della vittoria. Regnavano da cent’anni quando avvenne una gigantesca invasione di una nuova specie di topi: