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36 capitolo iv.


voltosi in una grossa coperta si stese accanto al battello.

Non si svegliarono che alle 8 di sera. Fecero un buon pasto con carni fredde che il previdente ingegnere aveva portate entro un pacco, poi, dopo una fumata, spinsero il battello nel fiume ormeggiandolo solidamente alla sporgenza d’una rupe.

— Bello! superbo! esclamò O’Connor. Nei miei viaggi sugli oceani ne ho visti ben pochi battelli così ben costruiti.

— E quando filerà a tutto vapore sarà ancora più bello, disse Burthon.

— Cominciamo a caricare, amici, disse sir John. Il battello è impaziente di prendere il largo.

C’erano duemilasettecento chilogrammi da caricare. Quattrocento di carbon fossile, duecento d’olio per le lampade, trecento di pesce secco, quattrocento di biscotti, duecento di pemmican1, cento di spirito pel fornello della cucina, e i restanti in attrezzi, quali manovelle, aste di ferro, due eliche di ricambio, ecc., in thè, cioccolatta, caffè, bottiglie di wisky, gin e brandy, una cassa di sale, vesti, coperte, polvere da mine e da sparo, armi, picconi, badili, funi, bussole, barometri, due manometri ad aria compressa, due cronometri, quattro apparati Rouquayrol con una piccola pompa a stantuffi fissi e cilindri mobili per rinnovare la provvista d’aria dei serbatoi, una piccola farmacia, ecc.

Tutta questa roba fu ben collocata nel battello e in modo da lasciare uno spazio sufficente per stendere delle coperte per chi doveva riposare.

Alle 10 gli ultimi preparativi erano terminati.

  1. Carne secca ridotta in polvere secondo il sistema indiano.