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24 | capitolo iii. |
CAPITOLO III.
La caverna del Mammouth.
Nessuna caverna del vecchio mondo, per ampiezza, per profondità e per bellezza può gareggiare colla caverna del Mammouth del Kentucky.
Quest’immenso antro che s’addentra nei fianchi di una montagna e che scende nelle viscere della terra trasformando il suolo in una spugna colossale, dovuto chissà mai a quale spaventevole cataclisma, trovasi a breve distanza dal Green-River, quasi nel cuore del Kentucky.
Parrebbe che una simile caverna dovesse avere un’apertura smisurata, invece tutt’altro. Vi si penetra per una specie di pozzo di quaranta piedi di profondità e largo a malapena tre metri, il quale riceve, verso uno degli angoli, le acque di un ruscello che vi si precipitano dentro con un fragore diabolico, udito, là sotto, a grande distanza. La più vigorosa descrizione non può dare che una pallida idea di questa caverna della quale gli americani del nord vanno superbi.
È un caos di tenebrosi corridoi che salgono nel monte, che scendono nelle viscere della terra or dritti, or spezzati, or vasti e alti, or stretti e tanto bassi da urtarvi colla testa; è un caos di cupole splendide, di antri bizzarri, di celle e cellette, di vôlte immense interrotte da mille rientramenti e da mille sporgenze, di archi spaven-