Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. I.djvu/107


il lago di petrolio 105


superficie, chissà mai quali spaventevoli terremoti accaddero e quali turbini, quali boati, quali fragori empirono l’aria. Ma la crosta distrutta oggi tornò a formarsi l’indomani, si ingrossò, resistette, tornò ad ingrossarsi, vinse il fuoco e si formò la terra solida come noi la vediamo oggi, incrollabile malgrado le esplosioni dei fuochi che nasconde nel suo centro.

— È meraviglioso! esclamò Morgan.

— Incredibile! esclamò Burthon.

— Ma chiaro, disse sir John.

— E i primi animali come si formarono? chiese il macchinista.

— In modo forse ancora più semplice. Una combinazione di diverse materie formò le alghe, poi alle alghe seguirono i fuchi, gli anellidi, i molluschi, i coralli, le spugne, le madrepore; questi nell’epoca primordiale. All’epoca primordiale seguì il periodo siluriano e questi invertebrati andarono successivamente migliorandosi finchè apparvero i pesci cartilaginosi, poi gli anfibi, ma quasi informi e impotenti di muoversi. Scorsero altre migliaia d’anni e questi animali si perfezionarono, si svilupparono, si divisero. Nell’epoca terziaria gli uccelli già volavano, i serpenti, perdute le gambe, strisciavano. Questi animali ancora si perfezionarono, si divisero e si suddivisero, vennero gli animali giganti, la scimmia, poi l’orang-outan, indi l’uomo.

— Corna di bisonte! esclamò Burton. Discendiamo da una scimmia noi?

— S’intende.

— Non l’aveva mai saputo.

— Ora non dirai più così. Se credete, chiudiamo gli occhi e dormiamo. Mi sento molto stanco.