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il lago di petrolio 103


— Sir John, disse Burthon, che girava la testa a dritta e a sinistra. A che profondità fumiamo?

— A mille duecento piedi, rispose l’ingegnere.

— Corbezzoli!

— Ti spaventi?

— No, ma se questa enorme crosta crollasse?

— Non aver paura che il nostro pianeta si sfasci. Uscì da una semplice bolla d’aria, ma oggi è più solido di una palla di ferro.

— Oh! Avete detto che è uscito da una semplice bolla d’aria....

— E più leggiera dell’atmosfera che noi respiriamo, aggiungerò.

Il meticcio, O’Connor e lo stesso Morgan lo guardarono colla più viva sorpresa.

— Ma è vero quello che dite? chiese Morgan.

— È vero. Quando il nostro pianeta, che or lo vedete così solido, che or lo vedete coperto di acqua e di terra, di montagne immense e di superbe città, cominciò a girare nello spazio non era altro che una nebulosa gazzosa più leggiera dello stesso idrogeno.

— È incredibile, signore.

— Eppure è vero Morgan.

— Se lo dite voi, lo credo. Ma come avvenne un tale cambiamento? Come mai quella bolla d’aria si convertì in un solido pianeta?

— La spiegazione non è difficile. Come ti dissi, la terra era dapprima una gigantesca bolla d’aria che girava attorno al sole e attorno a sè stessa. Questo continuo doppio movimento fece sì, che cominciò, forse dopo migliaia d’anni, a condensarsi e a scaldarsi. Lo sviluppo del calorico, l’influenza dell’elettricità, l’azione multipla e svariata