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capitolo viii. - l’assalto dell’albatros | 77 |
Linderman porse a Bisby una bottiglia di wisky, dicendogli:
— Bevete, e poi a letto. Siete bravo se non vi prendete un grave malanno.
Il negoziante tracannò un dietro l’altro sei lunghi sorsi.
— Fa bene, disse.
— A letto subito, disse Wilkye.
— Un momento.
— Parlerete più tardi.
— Ma no..... voglio sapere se vi sono degli asini su questo mare.
— Siete pazzo, Bisby?
— Ma no, ho udito dei ragli e non sono sordo, ve lo assicuro.
— Erano uccelli, dei semplici aptenatidi.
— Ma ragliavano.
— Gridano così. Presto, amico mio, a letto.
— Un momento... sono vivo ancora.
— Gelerete, vi dico.
— Sgelerò poi. Ditemi, sono buoni da mangiare gli albatros?
— Hanno la carne dura come quella dei tapiri.
— Non importa, disse Bisby gravemente. Cucinatemi il mio albatros: lo mangerò tutto!
Poi tracannò un sorso di wisky, e seguì Wilkye sotto coperta, ripetendo:
— Lo mangerò! Oh se lo mangerò!