Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo iii. - a bordo della «stella polare» | 31 |
salate, ma giacchè da molti anni partono navi per scoprirlo, suppongo ci sia qualche cosa di straordinario.
— Niente affatto, Bisby.
— Ma allora, per cosa vanno al polo? Spiegatemi voi il motivo.
— Ci vanno per accertarsi dell’esistenza di un mare libero di ghiacci e per chiarire, se nei paraggi settentrionali od australi, vi si goda una temperatura meno fredda delle regioni che li circondano.
— Cosa dite?.....
— Dico che gli scienziati sono concordi nell’affermare che al di là della barriera dei ghiacci che circondano i poli, vi sia un clima più mite, e perciò da anni e anni arditi navigatori affrontano i rigori polari per accertare questa supposizione. Questo è il movente principale, ma vi sono annesse altre questioni importantissime per la scienza, soprattutto questioni meteorologiche.
— Ci vanno per una curiosità adunque?
— Sì, se volete chiamarla con questo nome, ma quanti problemi che tormentano gli scienziati, si scioglierebbero se si potesse giungere al polo. Forse l’inclinazione dell’ago magnetico, la formazione delle aurore boreali, ecc. non sarebbero più un mistero impenetrabile.
— Se sapevo così.... mormorò Bisby, non sarei venuto, amico. Credevo di vedere qualche cosa di meraviglioso.
— Ma laggiù ingrasserete, Bisby. Mangerete per dieci, con quel freddo.
— Purchè non mangi tutte le provviste e ritorni magro come un’aringa!... Che disgrazia mai sarebbe!...
— È probabile, aggiunse Linderman, crollando il capo e come parlando fra sè. I morti di fame nelle regioni polari non si contano quasi più.
— Che lugubre augurio, mormorò Bisby, rabbrividendo. Ah! cane d’un polo!....