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tinui incontri di ghiacci galleggianti. Il 20 la Stella Polare si era addentrata in un vasto canale che pareva si internasse nel continente per parecchie centinaia di miglia.

Speravamo di potere, se non giungervi, almeno di avvicinarci assai al polo, ma il 28 ci trovammo improvvisamente chiusa la via da una immensa barriera di ghiacci.

Il capitano Bak, dopo di essersi consigliato col signor Linderman, lanciò la Stella Polare verso il sud, sperando di trovare un altro passaggio, ma alla notte i ghiacci ci bloccarono.

Ogni tentativo per liberarci fu vano. Il 6 dicembre un enorme ice-berg, che da parecchi giorni ci minacciava, cadeva sulla goletta sfracellandola e seppellendo fra i rottami undici marinai.

Il disastro fu così rapido, che a malapena riuscimmo a salvare una scialuppa, due slitte e dei viveri per due mesi.

Il capitano Bak voleva spingersi, senza perdere tempo, verso la costa di Graham per raggiungere la vostra capanna, ma il signor Linderman fu inflessibile. Ormai vi considerava come nemici e voleva marciare alla scoperta del polo.

Per trentasei giorni ci trascinò attraverso il continente, ma i viveri sparivano rapidamente, le difficoltà crescevano ad ogni istante e lo scorbuto aveva fatto la sua comparsa.

Ci ribellammo e costringemmo l’armatore a piegare verso la costa per guadagnare la vostra capanna. Da quel giorno il signor Linderman non fu più l’uomo di prima. Una fissazione costante lo perseguitava: la tema della sconfitta e del vostro trionfo. Era diventato tetro