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16 | al polo australe in velocipede |
collo con tale impeto, che per poco non lo rovesciò gridando:
— Ah! Caro amico! Giungete in buon punto!... Figuratevi che questi arrabbiati marinai, volevano condurmi a terra per forza!
— È vero, signor Bak? chiese Wilkye, volgendosi verso il capitano, che s’era levato cortesemente il berretto.
— Verissimo, signore. Nell’elenco delle persone che devono prender parte alla spedizione, non trovo il nome di Bisby ed avevo pregato il signore di ritornare a terra.
— È un nostro amico, signor Bak.
— Lo udite? chiese l’uomo grasso con aria trionfante, rivolgendosi al capitano. Senza di voi, Wilkye, qui stava per nascere una zuffa.
— Ma cosa siete venuto a fare qui, Bisby? chiese Wilkye. Vedo intorno a voi delle coperte e delle valigie.
— Venivo a domandarvi di prendere parte alla spedizione polare.
— Voi! esclamò Wilkye, al colmo dello stupore. Ma siete pazzo, Bisby?
— E perchè, caro amico?
— Ma vi pare? Voi venire al polo?... Voi affrontare i disagi di una simile campagna, tra i freddi intensi?
— Me ne infischio io del freddo! Ho portato con me una pelle di bisonte.
— E credete che basti? chiese Wilkye, scoppiando in una risata. Ci vuole altro che una pelle di bisonte per quei freddi!
— Chi ve lo dice?
— Lo proverete più tardi.
— Non importa: ho deciso di venire al polo anch’io, caro amico. Sono arcistufo di udire i miei onorevoli colleghi della Società geografica a dirmi, ogni qualvolta