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capitolo xx. - i biciclettisti | 191 |
— È morto! gridò Wilkye. Grazie, amici.
— Grazie a voi, signore, disse Peruschi. Senza il vostro soccorso, a quest’ora non sarei più nel numero dei viventi.
— Siete ferito?
— Non mi ha stracciata che la casacca.
— Ma è un orso? disse Blunt.
— Credo che appartenga alla famiglia dei plantigradi, rispose Wilkye. Mi sorprende però di aver trovato qui un simile animale.
— E perchè, signore? Forse che al polo artico non vi sono gli orsi bianchi?
— È vero, Blunt, ma gli esploratori antartici non ne hanno mai veduti su questo continente.
— Mai?
— No, poichè nessuno ne ha fatto menzione.
— Forse questi orsi vivono solamente nell’interno del continente e fuggono le vicinanze del mare.
— Deve essere così, disse Wilkye. Gli esploratori antartici non si sono inoltrati nel continente e questi animali possono essere sfuggiti ai loro occhi. Comunque sia, io penso che noi abbiamo qui tanta carne da cibarci per parecchie settimane.
— Sarà mangiabile? chiese Peruschi.
— E perchè no? La carne dei plantigradi è eccellente, anzi rassomiglia a quella dei maiali, e conto di regalarvi un arrosto delizioso.
— Ci fermiamo qui?
— Sì, Peruschi. Sono già le sette e siamo stanchi: un riposo di dieci ore ci farà bene.
— Dovremo però vegliare per turno, disse Blunt. Ora che sappiamo che qui ci sono degli orsi, sarebbe un’imprudenza addormentarci senza un compagno che vegli.